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L'interno di una delle aziende americane che si occupano di ibernazione umana

L’esorcismo della morte

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La crio-ibernazione: un frutto del post-human.

Per la prima volta un giudice ha ordinato l’ibernazione post mortem. Sembrerebbe la la trama di un film di fantascienza, ma è “realtà”. È successo in Gran Bretagna dove una ragazza di 14 anni, malata terminale di cancro ha ottenuto dai giudici che il suo corpo fosse ibernato dopo la morte nella speranza di essere un giorno “risvegliata” e guarita grazie a nuovi trattamenti. Il verdetto dei giudici, emesso poco prima del decesso della ragazza a ottobre, è stato reso noto solo da pochi giorni: il corpo della giovane ha raggiunto gli Usa per essere congelato. Il procedimento che ha portato all’ibernazione è stato statuito in via definitiva da un giudice dell’Alta corte di Londra col consenso della madre e il diniego del padre.

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Da fanciulli costruivamo reami incantati dove ci sentivamo re e regine. Mai però Divinità. Da grandi, abbiamo voluto giocare a essere Dio e ora ce ne sobbarchiamo le conseguenze. Un essere clinicamente e biologicamente morto che si vuol resuscitare in vita, fidando nelle sorti magnifiche e progressive di un futuribile dal volto, nonché oscuro, indecifrabile. Chissà – avrà pensato l’adolescente, la storia è tragica…- un giorno gli scienziati potranno risvegliarmi da questo sonno che non avrà più fine… e i “tecnocrati”, comunque accondiscendenti, si sono trincerati dietro alla decisione dei giudici… Lasciamo stare; evitiamo di aprire il dossier delle colpe, con un genitore che assente e l’altro che dissente. Qui non si tratta di Erasmo da Rotterdam ma di psicopatologia, di là da ogni adesione a confessioni varie e agli dei superni che “scrutano” la nostra vita. Ammettiamo pure che i nostri genitori siano gli artefici della nostra vita: chi potrà mai – pur mente eccelsa -, una volta superata la fatidica linea d’ombra restituire, reinseminare il principio biologico, noetico, quell’Energia che è la nostra anima e che riflette una scintilla dello Spirito? Credenti o no, evitiamo – anche se obbligate in un contesto che richiama Valori Altri… – considerazioni d’indole “trascendentale”: la ragazza è morta. Capisco – e chi non lo capirebbe?…- che, fiore in boccio, avrebbe voluto vivere la sua vita come tanti altri, come tutti gli altri: ma il punto di non ritorno è: come si fa a dare il “la” a una decisione che si traveste di pronunciamento giudiziale con tanto di toga e cordoni? E – ripeto, al di là di ogni discorso di Fede – come si può dare in pasto all’opinione pubblica e illudere chi è stato vicino a questa adolescente che un giorno la scienza potrà insufflare l’anemos in un corpo che non è più nemmeno allo stato minerale?…e qui si parla di un secolo di ibernazione. Penso che la perdita del senno è ormai immedicabile, incontrastato domina il delirio di onnipotenza – che poi conduce alla stessa fissazione narcisistica, e invece di ammainare le vele le issa sempre più in alto, in un volo d’Icaro che prima o poi si schianterà tragicamente al suolo.

PS: La ragazza, colpita da una forma rara di cancro, viveva con la sua famiglia nell’area metropolitana di Londra. Il suo sogno, come aveva scritto in una lunga lettera, era quello di voler provare a vivere più a lungo in futuro, per questo aveva chiesto di non essere inumata sottoterra. Così un intelligente post: “Io vedo questo tipo di follia come un meccanismo che ricalca quello della disperazione, fare una pacifica morte per una piacevole vita più in là, nel tempo. Tutto ciò è illusoria consolazione, colui che ha varcato quella porta non è mai tornato a svelare il segreto che custodisce. Pur consapevoli di ciò in preda alla disperazione spesso ci si abbandona ad una dolorosa avidità di una speranza che non può essere esaudita e allora ecco che subentra l’impossibile; l’ibernazione che altro non è che un’eutanasia camuffata(…)”. •

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