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Terremoto, crepe e paura

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Fermo: l’arcivescovo incontra mensilmente i seminaristi.

Anche in seminario si vive da sfollati. I seminaristi sono stati obbligati a sloggiare dalla cappella e dalla sala comune. Il terremoto del 26 ottobre ha sfregiato seriamente le mura delle due stanze che servivano per vivere insieme la liturgia e i momenti comuni. La piccola comunità dei seminaristi stava pregando il vespro. Si è sentito un boato e le mura traballare. Qualcuno si è alzato ed è uscito sul corridoio. Poi anche la scossa di domenica 30 ottobre ha continuato a far tremare il seminario. Le mura hanno riportato vistose crepe. I Vigili del Fuoco, accorsi prontamente, hanno dato l’inagibilità in molte stanze tra le quali quelle usate dai seminaristi per probabili crolli di intonaco e mattoni. La struttura però nel suo insieme ha retto. Il Seminario è stato costruito con serietà. Ma alcuni danni sono risultati inevitabili. Danni più profondi si sono verificati nell’umore e nella sicurezza delle persone che abitano il seminario. Non sono mancati infatti momenti di ansia e di paura tra i seminaristi. Qualcuno è rimasto scosso.
Le stanze si ricostruiscono facilmente, la fiducia nella vita più difficilmente.
I Seminaristi hanno dovuto ripiegare, per la preghiera, nella piccola cappella usata dalle Ancelle di Cristo Sacerdote e dai sacerdoti residenti nella Casa del clero.
Mancano il silenzio e il raccoglimento di alcuni momenti con la nuova sistemazione. Ma la vita insegna ad accomodarsi e a sopravvivere dignitosamente. Si può “vivere il deserto anche in città”. Si può vivere il silenzio e l’incontro con Dio all’interno di se stessi. Gesù lo aveva suggerito alla donna di Samaria: “verrà un giorno in cui adorerete Dio in Spirito e Verità”.
Tuttavia la vita prosegue.
L’Arcivescovo di Fermo, mons. Luigi Conti, come ogni mese ha incontrato i seminaristi martedì 22 novembre nella biblioteca del Seminario. Ha incontrato non solo i seminaristi di Fermo, ma anche quelli del Redentoris Mater che serviranno la Diocesi di Fermo e i Fratelli Francescani missionari del cuore di Gesù e di Maria Immacolata residenti a Potenza Picena.
L’Arcivescovo, dopo la preghiera del Vespro, ha indicato come compito per ogni seminarista quello di leggere approfonditamente la Verbum Domini (VD).
Mons. Conti ha esortato a riscoprire la centralità della Parola di Dio nella vita personale e della Chiesa e l’urgenza e la bellezza di annunciarla per la salvezza dell’umanità come testimoni convinti e credibili del Risorto.
In sintesi è il messaggio di Benedetto XVI nell’Esortazione apostolica postsinodale VD, promulgata nel 2010, che raccoglie le riflessioni e le proposte emerse dal Sinodo dei Vescovi svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2008 sul tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”.
Il documento, lungo quasi 200 pagine, è un appassionato appello rivolto dal Papa ai pastori, ai membri della vita consacrata e ai laici a “diventare sempre più familiari con le sacre Scritture”, non dimenticando mai “che a fondamento di ogni autentica e viva spiritualità cristiana sta la Parola di Dio annunciata, accolta, celebrata e meditata nella Chiesa” (121).
L’Arcivescovo di Fermo ha indicato le tre parti in cui si divide la VD: Verbum Dei (Il Dio che parla; La risposta dell’uomo al Dio che parla), Verbum in Ecclesia (La Parola di Dio e la Chiesa; Liturgia luogo privilegiato della parola di Dio; La Parola di Dio nella vita ecclesiale), Verbum Mundo (La missione della Chiesa: annunciare la Parola di Dio; Parola di Dio e impegno nel mondo; Parola di Dio e culture; Parola di Dio e dialogo interreligioso). •

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