Dopo una breve introduzione di don Claudio, il quale ha fatto notare che il nono capitolo della Esortazione apostolica Amoris laetitia può risultare secondario vista l’attenzione dei media sul capitolo ottavo, la parola è stata data a Susanna e Federico sposi da 22 anni con tre figli: due gemelli adottati e un figlio naturale. Sono stati loro ad illustrare il nono capitolo dal titolo “Spiritualità coniugale e familiare”. Hanno parlato in maniera stereofonica. Ora parlava l’uno ora l’altra. L’assemblea è rimasta incantata dalla semplicità e dalla profondità di questa famiglia che vive la fede dentro le pieghe diogni giornata. Hanno raccontato tanti episodi della loro vita. Hanno raccontato di come l’intervento sia stato preparato nel pomeriggio di sabato 20 maggio tra le interruzioni dei figli e le faccende domestiche e continuato fino a notte fonda, quando in casa regnava la pace.
L’ultimo capitolo dell’esortazione, hanno detto, si apre con una splendida affermazione: «la Trinità è presente nel tempio della comunione coniugale» (n. 314). È su questa base trinitaria che poggia la spiritualità coniugale, che in definitiva «è una spiritualità del vincolo abitato dall’amore divino» e si traduce in «migliaia di gesti reali e concreti», che fanno maturare la comunione e nei quali »Dio ha la propria dimora» (n. 315).
Oltre alla dimensione trinitaria la spiritualità nuziale si modula anche su una dimensione pasquale: l’abbraccio con Cristo Crocifisso «permette di sopportare i momenti peggiori», mentre «i momenti di gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione» (n. 317).
Quella dei coniugi è la spiritualità dell’amore esclusivo e fedele, nella certezza che «colui che non si decide ad amare per sempre, è difficile che possa amare sinceramente un solo giorno» (n. 319). In questa luce ciascuno dei due coniugi si sforza di vivere una “appartenenza del cuore”, scoprendo che l’altro non è suo, ma ha un proprietario molto più importante, che è il Signore. Questa consapevolezza aiuta a non attendere dal proprio coniuge ciò che può venire solo da Dio (n. 320). Considerato in questa luce, l’amore degli sposi è un riflesso dell’amore di Dio, fa parte del sogno di Dio, fa vivere il coraggio di costruire con Lui «un mondo dove nessuno si senta solo» (n. 321). Questo porta a contemplare ogni persona cara con gli occhi di Dio, riconoscendo in lei la presenza stessa di Cristo: sarà così possibile sperimentare la tenerezza del sentirsi amati e la capacità di volgersi con attenzione squisita ai limiti dell’altro (n. 323).
La famiglia è essenziale dunque non tanto per la sua funzione di servizio ma per il suo essere famiglia. La spiritualità familiare è una spiritualità che coinvolge coniugi e figli.
Susanna e Federico hanno raccontato, ad esempio, come si organizzano per la preghiera. A volte usano whatsapp per ricordare ai figli (17 e 15 anni) la preghiera comune soprattutto nei momenti forti.
Hanno anche raccontato alcuni fatti della loro vita in cui hanno vissuto la “Spiritualità della cura, della consolazione e dello stimolo”.
La famiglia è anche essere attenti all’altro che non appartiene alla famiglia stessa. Ecco perchè Federico si impegna in una scuola di calcio e Susanna in un coro.
La mattinata è proseguita con l’adorazione eucaristica in un salone adibito a chiesa parrocchiale in quanto il santuario è stato gravemente lesionato dal terremoto.
Dopo l’adorazione padre Filippo, della congregazione degli Araldi della Buona Novella e rettore del santuario ha invitato i sacerdoti e i diaconi al pranzo.
Sono restati anche Susanna e Federico che sono stati coinvolti nei giochi di prestigio di padre Gianfranco Priori, il frate Mago, invitato a predicare la settimana eucaristica di Mogliano. •