Un presbiterio più povero
Don Mario Gentili è ritornato alla casa del padre domenica 14 maggio, nell’ospedale di Ancona. A seguito di un intervento alla schiena, sono sorte complicazioni che i medici non sono riusciti a risolvere. Don Mario, nato a Valcinante il 30 settembre 1937, aveva dato le dimissioni da parroco per la sua età. Ma continuava il suo lavoro di giudice presso il tribunale ecclesiastico del Piceno con sede a Fermo. Durante le esequie svolte presso il Convento dei Cappuccini a Fermo, presiedute dal Vescovo, don Ubaldo Speranza ha ricordato quando in prima media, era il 1948, don Mario si è presentato in seminario. Ha frequentato le scuole medie e il ginnasio nel seminario di Fermo. Poi i superiori, vista la sua intelligenza vivace e la sua mente versatile, gli hanno chiesto di frequentare la Pontificia Università Gregoriana risiedendo presso l’almo Collegio Capranica di Roma. È stato ordinato sacerdote il 22 ottobre 1961 da Mons. Norberto Perini e per alcuni anni è rimasto a Roma dove prestava servizio come assistente ecclesiastico all’Ospedale Gemelli di Roma. Ritornato in diocesi ha svolto vari ruoli: parroco di S. Lucia in Valcinante, insegnante di lettere all’Istituto Magistrale “Bambin Gesù”, assistente dei Medici Cattolici, Giudice presso il tribunale ecclesiastico. Don Ubaldo Speranza lo ha ricordato poi quando nella prima domenica di avvento del 1991 gli ha consegnato la parrocchia di S. Maria degli Angeli in Fermo, detta “la Carcera” di cui don Mario è stato parroco fino alle sue dimissioni.
Generoso, di cuore grande, di spiccata sensibilità umana sapeva sempre mettere a proprio agio chi gli si avvicinava. Il suo linguaggio fluido e le sue conoscenze enciclopediche gli faceva tenere banco su ogni argomento. Non si poteva non voler bene a don Mario. Anche ora che si è ricongiunto in cielo con i suoi familiari e con il buon Dio gli vorranno bene tutti.
Un’altra dolorosa perdita per la diocesi è la scomparsa di don Giulio Camilloni. È morto il 22 maggio 2017. I funerali si sono svolti a Recanati nella chiesa parrocchiale Cristo Redentore. Da un po’ di anni don Giulio non risiedeva più in diocesi per malattia. Ha svolto il suo ministero in diverse località: a Fermo, dove ha insegnato teologia presso l’Istituto Teologico di Fermo e ha insegnato religione all’Istituto Tecnico di Fermo; è stato parroco di S. Marco alle Paludi sempre a Fermo, poi è stato nominato parroco a Campofilone, quindi a S. Caterina in Fermo.
Quando risiedeva in seminario, o quando veniva ad insegnare lo si trovava sempre nella sala lettura o con il giornale in mano o con un libro. Era un lettore instancabile. Il suo modo di fare lezione era strano per quei tempi. Dava molto spazio alla ricerca personale. Devo a lui la scoperta del filosofo Nietzsche attraverso le edizioni critiche che stavano uscendo allora di Colli-Montinari.
Don Giulio ci aiutava a leggere in maniera critica ogni cosa aiutando a vedere le cose sempre da un’altra prospettiva.
Adesso quella prospettiva “altra” don Giulio l’ha raggiunta per l’eternità. •