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Abbiamo bisogno di caschi bianchi dell’informazione di qualità

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“È tempo di ricostruire legami forti. Di un giornalismo di pace. Il potere della stampa ha senso se è un servizio. Abbiamo bisogno di caschi bianchi dell’informazione che aiutino a recuperare il senso della nostra missione”.
Così il direttore di Avvenire Marco Tarquinio è intervenuto nel corso del secondo appuntamento per il decennale della nostra testata che prende spunto dal titolo scelto da Papa Francesco per la Giornata delle comunicazioni sociali 2018: “La verità vi farà liberi. Notizie false e giornalismo di pace”. Mercoledì 15 novembre, alle ore 21, nell’Aula magna del Seminario Arcivescovilein in tanti hanno partecipato e sono rimasti ad ascoltare interagendo attivamente con i due relatori, il direttore di Avvenire e il direttore dell’agenzia di stampa SIR (Servizio Informazione Religiosa) della Cei, Vincenzo Corrado.
Nel corso della serata moderata da Tamara Ciarrocchi sono intervenuti il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, e il direttore de “La Voce delle Marche” e rettore del Seminario, don Nicola del Gobbo. Parole dense di significato quelle emerse nel corso dell’incontro.
“Ci troviamo come in un trivio, –  ha affermato il direttore Tarquinio –  in un luogo che non è ancora divenuto piazza, ma solo in un incrocio di percorsi in cui non ci sono regole né precedenze, e tutto va ricostruito. E in questo nulla c’è anche il linguaggio triviale dei carrettieri, che si dannano, alimentano la gazzarra senza risolvere nulla. Questa assoluta assenza di riferimenti spiega i linguaggi aggressivi, le semplificazioni che diventano banalizzazioni, in cui pochi cercano di offrire acqua davvero potabile”. Una panoramica più che esaustiva sul mondo del giornalismo di oggi alle prese con la svolta epocale dell’era digitale, con un impoverimento delle parole utilizzate che rincorrono sempre di più il linguaggio mediale dei social e la loro immediatezza. “La scelta delle parole da utilizzare per comunicare – ha affermato il direttore – può derivare solo da un ascolto profondo dei fatti”. Questo secondo evento, dopo quello del 9 sulla “bioetica e l’informazione”, ha offerto un notevole contributo sulle possibili cause, sulle logiche e sulle conseguenze della disinformazione e informazione nell’era digitale aiutando alla promozione di un giornalismo professionale, che cerca sempre la verità, e quindi un giornalismo di pace che incentivi la comprensione tra le persone.
Tanti gli argomenti al centro delle relazioni per passare alla lente d’ingrandimento le difficoltà che oggi incontrano sia i media tradizionali nel difendere la propria autorevolezza nell’era digitale, sia i lettori nell’intuire quali siano le fonti davvero attendibili in un’epoca di ‘overload information’, fake news e  disintermediazione.
Il direttore dell’agenzia di stampa SIR, Servizio Informazione religiosa della Cei, ha spiegato come, senza presunzione, con realistico senso dei nostri limiti, ma con completa determinazione, il SIR vuole contribuire a spogliare l’informazione religiosa da quei modelli riduttivi che la selezionano, la interpretano, la divulgano con un’ottica esclusivamente ideologica, politica e partitica. Un’agenzia che ritiene come il ‘fatto religioso’, anche dal punto di vista giornalistico, sia molto più complesso e chi lo legge deve essere soprattutto aiutato a capirlo nelle sue radici e nel suo significato profondo per trarne un libero giudizio.
“Per questo – ha detto il direttore del Sir, Vincenzo Corrado – preferiremo sempre l’obiettività, il rigore e la verifica, allo scoop solo apparentemente redditizio. Tutto in clima di stima sincera, di rispetto e di aperta attenzione a tutti coloro che in Italia oggi si dedicano all’informazione religiosa”.
L’obiettivo di questi due incontri è stato centrato facendo un primo passo nell’approfondimento culturale per evitare che notizie infondate alimentino a spirale emozioni negative (paura, disprezzo, rabbia…) innescate dalla spettacolarizzazione del dramma e legittimate o rafforzate da un uso scorretto dei media.
Questo percorso non termina qui. Sono in programma altri incontri, altre tappe, per il 2018. Il tema della informazione sarà declinato in vari in vari ambiti: scientifico, giornalistico, deontologico, medico. •

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