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Fatti furbo

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Una presunta virtù o, meglio, un vizio di casa nostra

In un periodo della storia italiana in cui si cerca di trovare la dritta per un nuovo governo e nei giorni in cui si fanno le denunce dei redditi, il contributo di questo numero de La Voce delle Marche è rappresentato dal tentativo di riflessione sul senso di responsabilità, serietà e competenza con cui è necessario assumere gli impegni e fare le cose. Il punto di partenza è, tuttavia, quello opposto, più congeniale al DNA del nostro popolo, almeno così si dice: gli italiani sono gente che non rispetta la parola data, pressapochista, voltagabbana. Questo il pregiudizio universale verso gli abitanti del Belpaese. Quali sono, allora, gli ambiti in cui è più probabile che alla nomea corrisponda il vero? Quali sono le sirene che più mettono alla prova l’Ulisse di casa nostra?
I terreni in cui è facile cadere sono molteplici. Per adesso ci limitiamo ad esplorarne alcuni. Un articolo ripreso da Il Sole 24 ore pone l’attenzione sulle misure anticorruzione poste in essere nel mondo della scuola e dell’università al fine di evitare favoritismi, assunzione di incarichi incompatibili con l’esercizio di altre professioni, gerarchie e caste che escludono chi non ne faccia parte.
L’intervento di Stefano Cesetti valuta i rischi che si corrono nella professione del giornalista, dove, per emergere, è necessaria, purtroppo, una lunga gavetta.
Qualcuno è disposto a farla; qualcuno, invece, cerca scorciatoie di qualsiasi genere. Stefania Pasquali si mette nei panni di automobilisti che incappano nei pirati della strada o in urti con macchine senza assicurazione. Si rivolge ad un esperto per avere qualche luce in più.
Lo stimolo dell’articolo di Raimondo Giustozzi è inquietante: i migliori non assumono responsabilità per non veder cessare la produzione dei frutti buoni dal proprio albero. Su questo asserto occorrerebbe approfondire, per adesso è sufficiente leggere.
Nicola del Gobbo riflette sul Maestro di Furbizia di questo secolo, le cui astuzie sempre si insinuano nei ragionamenti e nella scelta della soluzione più semplice e a buon mercato. Le parole di Papa Francesco, citate dal nostro Direttore, accostano gli onesti ai martiri che non vogliono mollare di un millimetro la radicalità della fede.
Infine, per quanto riguarda la prima pagina, due persone del mestiere come Ugo Riccobelli e Graziella Mercuri analizzano le conseguenze nefaste della mancanza di serietà nel mondo del lavoro a partire da quanto questo elemento sia centrale e essenziale per la vita e gli ordinamenti della nostra nazione.
Da segnalare, tra gli altri contributi che seguono il dossier, gli interventi dei giovani che hanno scelto il Servizio Civile in Caritas, nelle diverse sedi della nostra Arcidiocesi e nelle tre dimensioni di impegno: gli oratori, degli anziani e dei Centri di Ascolto. •

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