La Corva in festa

Stampa l articolo
“La Corva in Festa”, questo il titolo con cui si è svolta anche quest’anno la festa patronale della Parrocchia S. Maria Addolorata di Porto S. Elpidio. Questa festa è nata diversi anni fa per onorare la Madonna Addolorata della Corva, di cui il 25 luglio ricorre l’anniversario del miracolo, avvenuto nel piccolo Santuario a lei dedicato e cuore religioso del quartiere. Quali le caratteristiche di questa festa? Chi vi partecipa si accorge subito di qualcosa di speciale. Molti dicono: “Si vede che siete uniti”, oppure “Che bello vedere tanti giovani che si danno da fare”.

La partecipazione della gente è andata sempre crescendo, tanto che quest’anno il programma è stato ampliato a due settimane. Il primo promotore e organizzatore ufficiale è la Parrocchia, questo impegna tutti a mantenere un clima di collaborazione per affrontare insieme la sfida che comporta organizzare una festa che coinvolge migliaia di persone. Intorno al gruppo storico di adulti e giovani più grandi, una ventina, negli ultimi anni abbiamo puntato ad aggregare i giovani, coinvolgendoli a tutti i livelli e dando loro fiducia e responsabilità. Dallo loro fantasia e dedizione, si sono via via moltiplicate le iniziative direttamente organizzate dai giovani: un torneo di calcetto tra contrade, per i giovani delle superiori, il torneo di bigliardino, per tutti, e soprattutto il Palio dell’Addolorata, l’evento aggregativo più importante, sfida da contrade svoltasi con uno spirito rinnovato di festa oltre che di sana competitività.

Il gruppo si è così allargato a oltre cento collaboratori, la cui età va da alcuni ragazzi delle medie fino agli adulti, ma la buona metà sono giovani. Il loro entusiasmo li ha portati a riunirsi spesso per i preparativi dei giochi e il comitato ristretto inizia a pensare la festa già prima di Natale, cosicché la Festa è diventata un punto costante di incontro e di confronto con i giovani. In parallelo a questo coinvolgimento delle nuove generazioni, si è visto anche quello di altre realtà significative, come la bocciofila, che ha organizzato un torneo in onore dell’Addolorata, e dell’Associazione di quartiere, che offre il suo aiuto fattivo in sinergia con la Parrocchia, contribuendo a far sentire ancor più questa festa come punto aggregativo e di unità religiosa e sociale.

La nostra festa si caratterizza poi per la sagra delle tagliatelle fatte a mano, nata quattro anni fa, che muove tante persone. L’obiettivo è quello di non perdere di vista i tesori delle nostre tradizioni, ricordando che le tagliatelle erano il segno della festa e della convivialità, oltre al fatto che per realizzarle occorre la dedizione e l’amore di chi le fa. Così era una volta e così è tornato ad essere, con il coinvolgimento di circa 30 signore, di tutte le età, che per diverse serate hanno trasformato il salone parrocchiale in una grande cucina casereccia. (cfr. Foto di prima pagina) L’armonia e l’allegria che contraddistingue queste serate è diventata contagiosa e non di rado qualcuno che passa si ferma a guardare e commenta: “è bello vedervi all’opera”.

Quest’anno sono state realizzate 1464 uova di tagliatelle, e per la prima volta non sono bastate… Il cuore religioso della festa è rappresentato dalla processione dell’Addolorata. Ogni anno vi partecipano un numero crescente di persone, tanto che la piazza del santuario non è più in grado di contenerle tutte. Quello che colpisce è il clima di preghiera che accompagna tutto il cammino. Anche alcuni immigrati di diverse religioni hanno osservato con rispetto lo scorrere della gente e il passaggio del sacro simulacro della Vergine, che col suo manto sembrava avvicinare tutti, appartenenti a culture spesso molto differenti tra loro. Una novità di quest’anno è stato proporre in piazza il sabato sera la figura di una giovane beata, Chiara Luce Badano, attraverso un musical realizzato dal Complesso Hope della diocesi di Fermo.

Il musical è stato preceduto da testimonianze di giovani del Movimento dei Focolari provenienti da tutta la regione, convenuti in preparazione al Genfest internazionale di Budapest. Allo spettacolo, intitolato Life Love Light, e cioè “Vita Amore e Luce”, hanno partecipato oltre 600 persone, per lo più giovani. Alla fine i commenti sono stati entusiasti, perché come diceva qualcuno “è bello vedere quello che sono capaci di fare i giovani” e “questi giovani ci danno speranza”. •

Un commento

  1. Statua della Madonna
    Dicono le memorie tradizionali che il Simulacro di Maria Santissima Addolorata che viene venerato in questa chiesa della Corva con grande devozione, appartenesse anticamente alla famiglia Parmili di S. Elpidio a Mare: questa lo teneva custodito dentro un’urna di legno. Altri sostengono che appartenesse alla famiglia Ferranti di Porto S. Elpidio. Sembra, però, che si debba ritenere per vera la prima opinione. La ragione per cui la famiglia Ferranti abbia potuto asserire di essere proprietaria del simulacro deriva dal fatto che una delle Ferranti contrasse matrimonio in casa Parmili.

    In che modo la Parrocchia acquisì il Santo Simulacro? Appoggiati sempre alla tradizione si è potuto raccogliere che ai tempi in cui reggeva la Chiesa d. Erasmo Bortolini (1772 – 1811) a richiesta dello stesso Sacerdote, il Santo Simulacro veniva dato in prestito alla Chiesa dalla famiglia Parmili in un certo periodo dell’anno per particolari manifestazioni in onore della Madonna. Il Sacerdote lo prendeva e lo riconduceva sempre processionalmente. Nel 1809, non si sa per quale ragione, il detto Simulacro rimaneva definitivamente della Chiesa della Corva, custodito in un’urna in legno appesa alla parete sinistra di chi entra, vicino all’Altare maggiore.

    La Vergine Santissima volle così rimanere per sempre in mezzo ai suoi figli per arricchirli di grazie, di benedizioni e di favori temporali e spirituali.

Rispondi