Immaturità dilagante degli sposi

Stampa l articolo
Nel 2012 sono state presentate 112 cause provenienti maggiormente dalla Diocesi di Fermo (30), dalla Diocesi di Ascoli Piceno (15), da Ancona (12), da Macerata e S. Benedetto del Tronto (10), da Pesaro, Fano e Camerino (7) e seguono le altre in numero inferiore. Per il 46% è donna una delle parti che introduce domanda di nullità matrimoniale. Di un’età media di 40 anni, per lo più impiegata, ma anche casalinga e operaia, o insegnante, commessa e infermiera. L’età media degli uomini invece si aggira intorno ai 43 anni.

Il mestiere dell’uomo-parte attrice è nella maggior parte dei casi impiegato o operaio e meno frequentemente imprenditore, libero professionista o artigiano. La forbice di età è compresa comunque tra i 26 e 64 anni per le donne e 24 e 65 anni per gli uomini. Dai dati statistici rilevati emerge inoltre che nelle 112 cause presentate: 67 coppie non hanno avuto figli, 28 solo un figlio, 16 con due figli, 1 sola tre figli. La durata media dei matrimoni esaminati è di 6/7 anni: se da un lato ci sono molti matrimoni che finiscono entro i primi 5 anni, più di 14 hanno avuto una durata di oltre 15 anni. Il tempo trascorso tra la separazione di fatto e la richiesta di nullità è in media di 7,1 anni cioè in media si aspettano 7 anni per presentare una causa di nullità matrimoniale. Solo 45 cause delle 112 presentate hanno avuto sentenza di divorzio. Tra i motivi addotti per la domanda di nullità ricorrono più spesso il grave difetto di discrezione di giudizio, l’esclusione dell’indissolubilità del vincolo, l’esclusione della prole e l’incapacità di assumere gli oneri coniugali. Sono state decise 112 cause (di cui 98 affermativamente, e ioè a favore della nullità del matrimonio e 14 negativamente) e sono state emesse 87 sentenze. I capi di nullità maggiormente decisi e sentenziati sono quelli che riguardano l’incapacità consensuale, subito dopo i più frequenti sono l’esclusione della indissolubilità e della prole; raramente si trattano il dolo o l’errore o il timore o la condizione. Nello specchietto del lavoro svolto nell’anno 2012 si osservano i numeri relativi alle cause nelle diverse fasi processuali, distribuite pressoché uniformemente, distinte per anno di presentazione della pratica; la situazione attuale vede pendenti 263 cause: alle 244 pendenti all’inizio dell’anno sono state aggiunte le 112 presentate, tolte le sentenziate e le archiviate (87+6). Tale è il numero di cause attualmente in gestione. Spunti di riflessione: Rispetto all’anno scorso c’è stato un sensibile incremento del numero delle cause presentate (da 88 a 112), si è ristretta la fascia d’età di coloro che accedono al Tribunale, si è innalzata la “tenuta” media di un matrimonio.

Di converso si è abbassato di poco il numero di cause decise e sentenziate mentre costanti rimangono i capi di nullità maggiormente trattati riguardanti l’incapacità consensuale e la simulazione parziale per esclusione dell’indissolubilità e della prole. La mole di lavoro è in aumento. Il tema che sarà trattato dal Relatore (dottor Cesare M. Cornaggia, medico psichiatra, docente di Psichiatria e psicologia clinica presso l’Università di Milano-Bicocca, Direttore dell’Ospedale psichiatrico giudiziario delle Castiglione delle Stiviere) “La psicopatologia del ventunesimo secolo e la sua influenza sulle capacità naturali al momento del consenso matrimoniale” risponde all’urgenza di cercare le ragioni, ed eventualmente spiegarle, della frequenza dei capi di nullità inerenti alla incapacità consensuale delle parti. Si spera in tal modo di fornire un adeguato approfondimento agli operatori dei Tribunali Ecclesiastici. Inoltre da ultimo alla crisi economica e dei valori consegue sia l’incremento dell’incapacità consensuale delle parti sia la difficoltà di sostenere le spese processuali (numerosi casi di rateizzazione; frequente ricorso al Patrono stabile). Dei 2100 procedimenti civili iscritti presso la Corte d’Appello delle Marche, relativi a “Famiglia e Separazioni”, il Tribunale Ecclesiastico intercetta il 19% dei matrimoni non riusciti. •

Tribunale Ecclesiastico

 

Rispondi