Durante il tragitto, con l’aiuto di una traccia preparata dal gruppo scout di Servigliano, si è riflettuto sulla difficoltà di comunicazione tra genitori e figli, sul servizio e sulla condivisione in famiglia. Raggiunta la méta, don Piero, don Paolo, don Amançio, don G.Filippo, hanno accolto i “pellegrini” invitandoli a raccogliersi in chiesa per un momento di preghiera, di ascolto, di riflessione.
Nel corso della cammino si è parlato, tra le altre cose, di servizio e condivisione. È per desiderio di condivisione e spirito di servizio che chi opera nella parrocchia dona il proprio tempo e le proprie energie. Ci si impegna affinchè le nostre parrocchie siano realtà vive, e in esse non manchi il “respiro” dello Spirito. Da soli non bastiamo a noi stessi, ma siamo fatti per l’incontro e per il dialogo. Durante la celebrazione nella chiesa di Curetta abbiamo ascoltato Fabiola, capo scout, che ci ha raccontato come il suo servizio, lo stare a contatto con i ragazzi, e quindi con le loro famiglie, sia una vera grazia. «Le generazioni si avvicendano velocemente – ha detto – ed è una sfida ‘tenere il passo’, capire le problematiche che ogni volta vengono fuori.
Confrontando la generazione di oggi con quella di 20 anni fa ci si accorge che sono cambiati i problemi e le esigenze dei ragazzi, e sono tanto cambiate anche le famiglie che stanno dietro a questi ragazzi. Vediamo genitori più assorbiti dal lavoro, che dovrebbero dedicare più tempo anche a loro stessi». Fabiola ha sottolineato come il dono più grande per un genitore è la possibilità di aiutare i figli a crescere. Un compito gravoso, che non si riesce a portare a termine senza “chiedere aiuto, chiedere aiuto a Dio, agli insegnati, agli educatori”.
Per gli educatori è essenziale avere un rapporto sincero con i genitori. Spesso per i genitori non è facile riconoscere i limiti e i difetti dei propri figli, però è essenziale che nasca una intesa profonda. “Per un bambino – ha ribadito Fabiola – quello che diciamo noi educatori non ha nessun valore se contraddetto da quello che dicono e fanno i genitori”. Per questo, il dialogo e la condivisione in famiglia, l’educare i bambini a esprimersi ed esprimere le proprie emozioni dovrebbero essere la base di ogni azione educativa! La nostra parrocchia ha avuto modo di vedere nascere e sviluppare diversi progetti di condivisione, ultimo arrivato il gruppo giovani. Dopo la testimonianza degli scout è stato proiettato un video in cui i ragazzi di questo gruppo si sono espressi su cosa essi intendono per condivisone e che tipo di servizio svolgono.
Hanno raccontato cose semplici: dall’aiuto nell’apparecchiare la tavola e preparare i pasti, alla cura degli animali domestici. Lucia, una educatrice del gruppo ci ha spiegato che i ragazzi hanno descritto in realtà solo una piccola parte di quello che è il vivere quotidiano in famiglia. Durante la realizzazione di quel filmato il gruppo ha acquisito una nuova consapevolezza: il servizio e la condivisione in famiglia sono realtà che si vivono e non si raccontano. Lucia ha poi illustrato lo spirito con cui si è avviato il gruppo parrocchiale: “Volevamo mostrare ai nostri ragazzi che la condivisione e il servizio non sono poi delle realtà così lontane o solamente circoscritte al loro nucleo familiare.
Ci siamo messi in gioco, e insieme a tre mamme abbiamo dato vita a una nuova avventura. Abbiamo cercato di riscoprire la bellezza e il valore delle parole e del dialogo, troppo spesso messi all’angolo nel nostro vivere quotidiano”. Solo così un gruppo può progredire e tracciare un cammino. Ai ragazzi che hanno risposto a questa chiamata è stato chiesto un contributo per l’organizzazione della Marcia di Pentecoste. Ognuno di loro ha messo a disposizione il proprio tempo, le proprie energie, i propri talenti. Questi giovani hanno collaborato nell’organizzazione, hanno disegnato le immagini per la locandina, hanno dato i loro consigli sul menù della cena. E proprio con un’ottima cena si è conclusa la serata a Curetta. La cena è stata preparata da uomini e donne del Comitato “Rione Paese Vecchio”. I membri del Comitato hanno accolto con gioia i ragazzi nei loro locali, senza minimamente scomporsi neppure davanti al fatto che invece delle attese 100 persone a tavola ne erano sedute 150! •
Gruppo giovani di Servigliano