
Le ore di cassa integrazione per il periodo gennaio agosto nelle province di Ascoli e Fermo sono aumentate del 38 per cento: 5,3 milioni di ore, di cui 1,4 milioni di Cig ordinaria, 1,9 milioni di straordinaria e 2 milioni di Cassa in deroga. Sottotono rispetto alle attese degli operatori anche la domanda estera. Le Marche nonostante nel primo semestre, in controtendenza, abbiano registrato la miglior performance rispetto a tutte le altre regioni italiane con un aumento complessivo dell’export al 12 per cento devono fare ancora i conti con una serie di problematiche strutturali legati alla burocrazia imperante, all’accesso al credito o alle difficoltà dell’incertezza sotto il profilo normativo e politico che rischia di prolungare la recessione.
Ad emergere negli ultimi anni, al di là del settore calzatura, ci sono altre eccellenze dell’economia del Fermano e Maceratese di cui non si parla molto e che andrebbero analizzate per la loro reale capacità di internazionalizzare e tirare fuori idee e prodotti nuovi riescono ad emergere al confronto con altri paesi con strategie in cui la concorrenza si gioca sul livello di competenza dell’impresa e non cullandosi sulla seduzione della parola “made il Italy”. Si tratta di aziende del territorio come quelle dei macchinari e degli apparecchi elettronici, dei prodotti in metallo, dell’alimentare o delle materie plastiche che si stanno facendo largo sui mercati e danno lavoro a centinaia di persone.
La sfida ora si gioca soprattutto sul piano internazionale con paesi che si stanno attrezzando a produrre con tecnologie nuove, personale preparato e una fisiologica domanda interna che non ha eguali. E ci sono imprese del Fermano che si stanno muovendo verso la stessa direzione con successo. Anche su scala regionale la chimica farmaceutica sta facendo passi da gigante con il suo +125%, e cioè un +2,8% rispetto al primo semestre del 2012. Su scala provinciale registrano un segno più gli articoli in gomma e le materie plastiche (5,3%), macchinari ed apparecchi (22,3%), l’energia ed i servizi (17,1%), gli articoli in paglia e materiali da intreccio (45,7%). Secondo i risultati dell’Indagine di Confindustria Marche e Banca Marche, nel trimestre aprile-giugno 2013 il quadro non è proprio roseo e l’andamento debole dell’attività economica ha interessato tutte le province marchigiane. Solo Ascoli Piceno ha registrato una variazione superiore alla media regionale (+57,2%) mentre sempre positivi ma inferiori sono, nell’ordine, i risultati di Macerata (+5,6%), Fermo (+4,5%), Pesaro Urbino (+3,7%) e Ancona (+1%).
In complesso, quindi, il valore del Fermano passa da 611 milioni 848 mila euro dell’anno scorso a 639 milioni 180 mila euro dei primi sei mesi di quest’anno. Attività produttiva e commerciale in moderato calo anche nel secondo trimestre dell’anno, con risultati negativi trainati in larga parte dalla dinamica ancora debole della domanda interna. Nel trimestre aprile-giugno 2013 la produzione industriale ha registrato una flessione dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-3,1% in Italia), con variazioni negative che hanno interessato gran parte dei principali settori dell’economia regionale. Rispetto alla rilevazione del primo trimestre, scende la quota di aziende interessate da miglioramenti dell’attività (28% contro 30% della rilevazione precedente) e risale la frazione di operatori con livelli produttivi in calo (48% contro 46% della rilevazione del primo trimestre 2013).
Le incertezze che caratterizzano l’attuale fase congiunturale si associano a una dinamica dei prezzi abbastanza contenuta, con incrementi dell’1,0% sull’interno e dello 0,6% sull’estero. I costi di acquisto delle materie prime sono risultati in moderato aumento sia sull’interno (0,8%), sia sull’estero (0,6%). Nella media del trimestre aprile-giugno 2013, i livelli occupazionali hanno registrato un modesto incremento (0,2%). Nello stesso periodo, le ore di cassa integrazione sono passate da 10,2 milioni del 2012 a 14,7 milioni (+43,9%). Dall’analisi dei dati per ramo di attività emerge un aumento delle ore complessive autorizzate nell’industria (+39,1%), nel commercio (+39,2%) e nell’artigianato (+81,6%); sostanzialmente stabile l’edilizia (+6%) mentre registra una contrazione la CIG nei settori vari (-78%). Secondo il rapporto le previsioni degli operatori riguardo alla tendenza delle vendite per i prossimi mesi sembrano orientate al permanere di una situazione difficile, in particolare sul mercato interno. •
Tamara Ciarrocchi