Nelle ultime settimane il bollettino sindacale ha aggiunto anche l’emergenza ‘Castagno’, il centro commerciale di Casette d’Ete. Le note vicende giudiziarie sono arrivate a conclusione con una sentenza che, almeno per il momento, non concede la possibilità di un futuro alle attività ospitate nel complesso. A rischio ci sono un centinaio di posti di lavoro, in prevalenza giovani commesse, ma riflessi negativi sono annunciati anche per l’indotto, tanto che la situazione viene monitorata continuamente e si sta cercando in tutti i modi di trovare una soluzione-tampone.
La crisi del lavoro è una perturbazione molto estesa che sta imperversando da mesi in tutte le Marche e in alcune province ha già provocato danni ingenti. Nel Fermano e nel Maceratese le conseguenze sono ancora sopportabili solo grazie alla cassa integrazione, che ha ammortizzato il violento impatto dei distretti calzaturiero e del cappello contro la difficile situazione economica internazionale. Da gennaio ad agosto di quest’anno, infatti, nelle province di Fermo e Ascoli sono state autorizzate ben 5,3 milioni di ore: 1,4 di ordinaria, 1,9 di straordinaria e 2 milioni di cassa integrazione in deroga.
Roba da far suonare in continuazione l’allarme, anche perché il livello si è alzato del 38,5% rispetto allo stesso periodo del 2012 e lo spessore di quella straordinaria è addirittura raddoppiato da un anno all’altro. Nel 2005 le ore di cig autorizzate erano state un milione e 500 mila, due anni dopo erano scese al livello più basso degli ultimi dieci anni (449 mila), nel 2008 erano risalite ad oltre il milione, l’anno dopo a quasi 3 milioni, poi nel 2010 il grande balzo a 5 milioni e 700 mila.
Curva di nuovo in discesa per due stagioni e in questa prima parte del 2013 l’ultima impennata verso l’alto. Segno, sottolineano con preoccupazione i sindacati, che la crisi non è affatto finita, anzi nel Fermano e nel Maceratese ancora imperversa con fortissimi scrosci di licenziamenti. Il mercato italiano è al minimo storico di consumi ed anche le esportazioni, che finora si erano rivelate un salvagente efficace, stanno cominciando a mollare gli ormeggi. Una falla pericolosa che, se non tamponata in tempo, potrebbe affondare l’economia di molte aziende e i redditi di tantissime famiglie del nostro territorio. La capacità di reinventare nuove professioni, tipica del Fermano e del Maceratese, non basta più. Nè si può rimanere fermi e sperare che gli argini della cassa integrazione continuino a reggere.
Qui necessita un intervento comune e sostanzioso affinché il mercato del lavoro trovi un più ampio percorso in cui scorrere, magari più a dimensione umana e meno ansioso di arrivare alla foce della globalizzazione e del profitto a tutti i costi. •
Stefano Cesetti