È Giovanni Faggiolati, 60 anni, imprenditore di successo, al timone della sua industria la Faggiolati Pumps di cui è fondatore, presidente ed amministratore unico. L’impresa produce elettropompe sommergibili, sistemi di miscelazione ed aerazione. Esporta in tutto il mondo. È un carica contagiosa la sua, capace di creare relazioni. La sua immagine positiva offre benefici al territorio. Un fatturato a sei zeri per il suo colosso capace di esportare in 82 paesi al mondo occupando 118 dipendenti e 90 terzisti tutti marchigiani.
Cosa significa essere imprenditori oggi in tempi di crisi in una regione come la nostra?
Significa avere una grandissima responsabilità sociale che si supera solo con la determinazione e la volontà di superarla.
Le normative italiane oggi sono adeguate a sostenere la piccola e media impresa?
No. Le normative non sono in grado di sostenere le problematiche delle aziende che sono legate a tantissimi fattori quali il costo della tassazione, il costo del lavoro, il bassissimo salario che riceve il lavoratore in riferimento al costo che ha l’azienda e soprattutto non paragona questi costi agli altri paesi. Faccio un esempio concreto. Il costo del lavoro dal 2010 al 2013 in Italia è aumentato del 37,5%, (dati Confindustria), mentre in Germania è sceso dell’1%.
Cosa vede all’orizzonte dell’economia italiana in questo momento?
Vedo un periodo di vacche magre, sicuramente fino ad aprile. L’immagine degli imprenditori italiani che vanno all’estero viene oscurata dalle notizie che escono a proposito del nostro Paese? Passo circa una settimana al mese all’estero. Spesso quando mi alzo o quando vado a dormire vedo la Cnn o la Bbc e riscontro con estremo dispiacere l’immagine dell’Italia derisa da problemi di mafia corruzione e di inefficienza. Sono sicurissimo che tutti i paesi hanno problemi simili ai nostri, solo che sanno lavarsi i panni in casa.
Come si fa quindi a rincorrere in questo modo le economie emergenti in giro per il mondo poi partendo da una provincia?
Mentre noi chiacchieriamo, polemizziamo, ci accusiamo con processi lunghi circa 5, 7, 10 anni, i nostri concorrenti industriali si organizzano e fanno crescere le aziende, studiano i mercati, studiano i costi, la strategia di aggressione, i nostri punti deboli, la possibilità di fare shopping di aziende e tentano in tutti i modi di metterci fuori mercato.
Quindi possiamo essere ancora competitivi nonostante tutto questo?
Leonardo Da Vinci, Alessandro Volta, Galileo Galilei, la Ferrari ed altre eccellenze sono italiane. I romani hanno dominato il mondo per 17 secoli. Tanto per restare nel mio settore, gli acquedotti fatti 17 secoli fa ancora oggi sono opere di altissima ingegneria e funzionano. Un esempio a caso: Roma.
Chi entra nella sua azienda respira aria di armonia nell’osservare il rapporto con il suo personale. Come si fa a raggiungere questo obiettivo?
Nella mia indole c’è il rispetto, che non solo deve esserci tra me e le persone che lavorano per me, ma deve esistere anche tra loro. Mi piace pensare che le persone si sentano libere di lavorare con la massima tranquillità dando il massimo che possono o vogliono dare.
Quanto conta la famiglia e l’unità per un imprenditore come lei?
Tanto. È importantissimo. Da tre mesi è entrata in azienda mia figlia Dora, laureata alla Luiss in economia. Mia moglie e mia figlia sono dei punti di riferimento forti per sentirsi più stabili.
Cosa diresti oggi a tre tipi di persone: ad un ragazzo che inizia a cercare lavoro, ad una persona che inizia un’attività, a chi ci ha provato e non ce l’ha fatta?
Ad un ragazzo direi di specializzarsi in quello che lui pensa e ha voglia di fare. Direi di specializzarsi, il generico ha poca opportunità. A chi inizia un’azienda direi di portare avanti gli sviluppi aziendali nel rispetto massimo delle leggi che oggi possono creare problemi anche di natura penale. A chi non ce l’ha fatta direi che la vita continua.
Di cosa vai più fiero adesso?
Della mia dignità che a volte viene da una parte di persone. Sono fiero di non sentirmi colpevole di alcuna cattiveria e di aver fatto nella vita qualcosa di buono con tantissimi sacrifici. Spesso le persone vengono viste per come vestono, dove abitano, che auto hanno ma non si va a vedere quanto rischiano tutti i giorni.
Capita spesso di sentire notizie di imprenditori oppressi dalla crisi che hanno deciso di togliersi la vita. Cosa avrebbe detto loro?
Prima di tutto capisco tutte le problematiche che possono esplodere nel cervello in questi casi. Avrei detto loro che non ne vale affatto la pena. La vita è sicuramente più importante di ogni situazione aziendale o finanziaria.
Come un imprenditore che vive cristianamente può mettere a disposizione della comunità il suo talento?
Dando opportunità di lavoro alle persone. •