Chiedeteci di noi

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benedettine“Soltanto nell’attenzione ai bisogni del mondo e nella docilità agli impulsi dello Spirito, quest’Anno della Vita Consacrata si trasformerà in un autentico kairòs, un tempo di Dio ricco di grazie e di trasformazione”. Così scrive Papa Francesco nella lettera indirizzata a consacrati e consacrate all’inizio di questo anno a loro dedicato. In essa egli sottolinea come questo evento riguardi tutta la Chiesa: tutto il popolo cristiano infatti avrà l’occasione di prendere consapevolezza che la presenza dei consacrati nella Chiesa è un grande dono in quanto essi manifestano “l’intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa Sposa verso l’unione con l’unico Sposo”.

Allora che cosa raccontare, di noi e della nostra vita in Monastero, ai lettori de La Voce delle Marche? Forse per loro sarebbe più utile che ci mettessimo all’ascolto delle loro domande, che rispondessimo alle loro curiosità o perplessità sulla nostra vocazione, che aprissimo un dialogo sincero e libero affinché possano esprimere ciò che pensano di noi e ciò che non accettano o non comprendono del nostro stile di vita. In questo modo potremmo sintonizzarci e questo articolo non sarebbe più un elogio della vita consacrata teorico e distaccato ma un aiuto, per chi scrive e per chi legge, a crescere nella conoscenza dell’Amore di Dio, nell’accoglienza delle sue grazie e nella lode a Lui per i suoi innumerevoli benefici. In attesa che ci sia data la possibilità di intavolare questo dialogo, ci limitiamo allora a rendere grazie al Signore e Lo benediciamo per averci chiamate nella Chiesa, a volte dopo percorsi impervi e tortuosi, per averci chiamate alla vita consacrata mentre i nostri progetti erano tanto diversi, per aver tenuto aperto questo Monastero che all’inizio degli anni ’90 era a rischio di chiusura, per averci dato delle sorelle maggiori, d’età e nella fede, che ci hanno accolte nelle nostre diversità e ci hanno mostrato quanto è bello vivere per Cristo e con Cristo.

Lo lodiamo per tutta la tradizione Monastica Benedettina e per tutti i frutti di santità germinati dalla Regola di San Benedetto, per i Padri della Chiesa e per tutto il patrimonio della spiritualità occidentale e orientale che è giunto fino a noi, per il magistero della Chiesa e per i Papi Santi dello scorso secolo (e anche di questo) che ci hanno accompagnato, con i loro insegnamenti e la loro testimonianza, anche nella scoperta e nell’accoglienza della nostra vocazione. Ringraziamo il Signore per le nostre famiglie, più o meno credenti e per i sacerdoti e i consacrati che abbiamo incontrato nella nostra vita: per quelli che ci hanno edificato nella fede e per quelli che, pur apparendoci meno edificanti, sono stati strumenti della Grazia Divina.

Benediciamo Dio che ogni giorno ci da la possibilità di trascorrere tanto tempo nella preghiera e nell’ascolto della Sua Parola, di adorarlo presente nell’Eucarestia e nelle sorelle, specie in quelle più malate o sofferenti, di ascoltare la Sua voce e di compiere la Sua volontà obbedendo ai superiori e a ogni sorella, di soccorrerlo nei poveri che bussano alla porta e in tutti quelli che ci chiedono una parola di conforto o di pregare per le loro intenzioni. Lo ringraziamo perché si prende cura di noi, delle nostre necessità materiali attraverso i benefattori e il lavoro e anche delle nostre necessità e infermità spirituali come della nostra conversione attraverso la vita quotidiana, i fatti, gli incontri, gli scontri, gli elogi e le calunnie, le gioie e le fatiche di ogni giorno. Per concludere possiamo lodarlo per tutte le nostre miserie e debolezze, per la misericordia con cui Lui le tratta e le cura e per la croce che ogni giorno ci ricorda che seguiamo un Crocefisso ma anche che il nostro destino è lo stesso suo: la Resurrezione e la Vita Eterna!

Dopo l’anno dedicato ai Sacerdoti nella Chiesa è emerso lo scandalo dei preti pedofili: il demonio di certo voleva contrastare le Grazie e l’opera dello Spirito ma, dal momento che “tutto quello che si manifesta è luce”(Ef 5,13), il Signore sta volgendo al bene anche questo scandalo e sta facendo pulizia. Cosa succederà dopo l’Anno della Vita Consacrata? La nostra debolezza ci fa temere ma nella fede sappiamo che il Signore non ci abbandonerà e in ogni cosa agirà per il bene nostro e di tutta la Chiesa; è stato così nella storia, ad esempio con le dolorose vicende delle soppressioni degli ordini religiosi, perché non dovrebbe essere così nell’avvenire? Già oggi, come tanti nostri contemporanei, sperimentiamo varie difficoltà: i problemi economici, l’emarginazione e l’irrilevanza sociale, le insidie del relativismo… ma in esse siamo piene di speranza poiché il Signore ci ripete: “Non avere paura… perché io sono con te” (Ger 1,8). •

Monastero “Santa Maria delle
Rose” – Sant’Angelo in Pontano

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