Nell’intervista televisiva alla preside (Scatasta) e alla vice (Vallesi) del Liceo artistico di Fermo e Porto San Giorgio è uscito il nome del fondatore: l’architetto Umberto Preziotti, già soldato, già ferito, già universitario a Firenze.
E sin qui lo sapevamo tutti. Centinaia di volte passando per corso Cavour avevamo letto la targa dell’intitolazione dell’istituto al professionista nato a Fermo nel 1893. La scuola fermana – ora transitata in una dubbia struttura di cemento armato periferico – prende il suo nome. Meno conosciuta la storia che c’è dietro. Quella di un architetto affermato che realizza e fa crescere a Fermo l’istituto d’arte, così come ha fatto a Fano, Mantova, Sesto Fiorentino, aprendo la strada ai futuri licei artistici. Ed anche questo potrebbe essere alla fine scontato. Non è scontata invece la passione e il fiuto di uno scopritore di talenti e di un raccoglitore di energie positive.
Umberto Preziotti girava il fermano e l’Italia alla ricerca di giovani e meno giovani intuitivamente capaci. Come lo era Salvatore Fornarola, ragazzo abruzzese di Penne, invitato giovanissimo ad insegnare a Fermo. Mani d’oro per la ceramica. Come lo era il meno giovane Giuseppe Pende, pittore di vaglia. Nelle campagne, dove le adolescenti tiravano una vita grama, Preziotti trovò studentesse capaci e volenterose. Le portò nella sua scuola, le volle subito all’opera, insegnò loro oltre che un mestiere anche una riscossa sociale e civile. Una storia esemplare che andava ricordata. •