Da un paese di storia e tradizioni una ricca cultura del buonumore
Un cancelliere del tribunale che sedeva a Montegiorgio dimenticò diversi documenti negli uffici del Comune ed ancora oggi le pergamene sono conservate in archivio.
Tra di esse, a margine di un documento ufficiale, ce n’è una in cui l’ignoto autore si dilettò descrivere ironicamente ser Pietro da Medicina, Giudice Generale della Marca, creando così la prima poesia satirica della lingua italiana.
La conseguenza di questa prima poesia “in dialetto” ha tardato vari secoli a manifestarsi, ma finalmente i frutti sono stati validi ed abbondanti. Ricordiamo brevemente questi cantori dei diversissimi aspetti dell’animo montegiorgese, ma non solo.
– Felice Rampini Boncori, scrittore non solo in dialetto, pubblicò nel 1909 “De su la Torre de Palazzu”, cantando il suo Paese guardandolo un po’ “dall’alto” con un non so che di distaccato ma con attenzione acuta e critica alle varie vicende paesane.
– Don Nazzareno Leoni, montegiorgese, Parroco a Monte Falcone Appennino, la cui opera giunta a noi consiste in sedici sonetti, conservati in un manoscritto dalla Biblioteca di Fermo. Ha posto attenzione alle varie e piccole vicende della vita quotidiana.
– Manlio Massini, originario di Massa Fermana, ma montegiorgese per aver qui svolto tutta la sua attività, ha pubblicato nel il libro “Lu torrro’ de Massa” pregevole raccolta di poesie nel suo dialetto originale. Ha scritto numerose opere per il teatro e di genere vario. Ha riconosciuto il valore ad ha “allevato” poeticamente”:
– Agostino Scaloni, “Gustì de Ciriolu”, poeta ed attore di rilievo, conosciuto ben oltre i confini regionali, le cui poesie sono contenute in due raccolte, “Canta lu galle”, ormai introvabile, e la recente “Core de Muntijorgio”. Scaloni è stato co-fondatore e per lunghissimi anni regista ed attore dello spettacolo “Montejorgio cacionà”. Al suo iniziale incoraggiamento sulla strada della poesia si sono rivolti Sesto Vita ed Antonio Angelelli.
– Sesto Vita, contadino, apparentemente spensierato, si dimostra invece un appassionato e attento cantore dei casi della vita e dei più salienti aspetti della vita in campagna. Co-fondatore di Montejorgio cacionà, ha pubblicato il libro “Sesto, unu de nuatri”, ormai esaurito
– Antonio Angelelli. Di lui si può dire che è l’autore la cui opera ha incontrato un grandissimo favore popolare. Ben sei infatti sono state le ristampe delle “Cento poesie de Ntunì de Tavarro’ . Per il centenario della nascita, che ricorre quest’anno, i Quaderni Montegiorgesi hanno pubblicato un libro-ricordo del figlio Lino «’Ntunì de Tavarro’ 1916 -2016». E’ stato co-fondatore di Montejorgio Cacionà.
– Giovanni Capecci, Nannì de Capiccittu, falegname, co-fondatore di Montejorgio cacionà, è il cantore “della contrada”, attento ai fatterelli ed ai pettegolezzi, ma capace di alzare lo sguardo a visoni ben più alte. Ha composto vari libri battendoli a macchina, e le sue poesie meritano certamente la stampa.
– Bruno Marziali, Bruno de Carlo’, la cui produzione di poesie non è eccessiva, ma Bruno è attento anche alle molte tradizioni della cultura contadina della nostra terra, e le sue descrizioni sono piene di vitalità. I Quaderni montegiorgesi gli hanno dedicato il volume “Bruno Marziali – Bruno de Carlo’ Poesia e saggezza contadina”.
– Amededo Polci. È stato il cantore della “corte “ contadina, sempre presente ad animare incontri ed occasioni di socializzazione, con versi sperso aguzzi e taglienti come un attrezzo da lavoro. •