
Il figlio lo ha ricordato in un numero di “Quaderni Montegiorgesi” dove con amore filiale e con dovizia di argomenti concreti ci rappresenta “al vivo” la figura del padre.
Il testo accompagna tutta la vita di Antonio Angelelli, dai primi passi dell’esperienza scolastica ai momenti socializzanti dei rapporti umani tra contradaioli, dalla “orchestra bi-folk” alla vittoria nella trasmissione radiofonica “La Corrida” al contributo fondamentale alla costituzione del gruppo “Montejorgio Cacionà”, dalle prime parodie delle canzoni in voga ai libri di poesie dialettali, che hanno visto varie edizioni e ristampe.
Una notevole parte dell’edizione 2016 di “Montejorgio Cacionà” gli ha reso omaggio riproponendo musiche, poesie, testimonianze dirette, ricordando la figura di un concittadino che ha molto contribuito a descrivere e far conoscere aspetti salienti della tradizione e della cultura del nostro popolo.
Nota biografica
1916 – Antonio Angelelli, il poeta contadino, noto con lo pseudonimo di “Ntuni’ de Tavarrò”, (da Tabarro cioè Mantello), nasce a Montegiorgio, il 16 gennaio 1916, dove coltiverà il suo campicello fino alla fine dei suoi giorni.
1926 – frequenta la scuola fino alla IV elementare e già a dieci anni ottiene il suo primo riconoscimento letterario alle “Olimpiadi dei piccoli”, a Fermo, con una produzione in prosa
1941 – Parte per la guerra in Albania; questa amara esperienza si rifletterà molto sulla sua produzione poetica (vedi “La via de casa”). Nel diario di guerra appaiono i primi versi in rima.
1950 – Negli anni ’50 con gli amici della sua contrada organizza il complesso “I gai campagnoli” con strumenti finti e uno solo vero, l’organetto, per cantare durante il Carnevale nelle case del paese filastrocche rimate, scritte con l’amico poeta Sesto Vita.
1960 – Ogni pausa della sua attività lavorativa nei campi è utile per appuntare in versi l’amore per le persone care, la nostalgia per le tradizioni che vanno scomparendo e soprattutto il dispiacere per l’esodo di molte famiglie contadine verso le grandi città, attratte dal sicuro guadagno del lavoro nelle fabbriche. Questo suo rimpianto tradotto in versi, si trasforma in liriche. Si iscrive ad associazioni di poeti dialettali e collabora a riviste di poesia vernacola.
1967 – Con alcuni amici poeti dà vita al gruoppo teatrale “Montejorgio Cacionà” per declamare poesie e recitare atti unici di propria produzione.
1972 – Spronato dagli amici e dagli ammiratori del marzo del 1972 partecipa con successo alla trasmissione radiofonica “La Corrida” con la poesia umoristica “Lu varbiere”. Vincitore del primo premio, ottiene venti gettoni d’oro. La sua fama varca i confini della sua regione, tanto che riceve lettere di congratulazioni da tutta Italia. Il 13 settembre dello stesso anno muore improvvisamente.
“La poesia di Antonio Angelelli non è poesia del momento, ma è poesia che rimarrà nel tempo”.
(Da “Il Messaggero” – 1975)