Piazza S.Pietro - Udienza con Papa Francesco concessa all'AGESCI il 13 giugno 2015

“Costruite ponti invece di costruire muri “

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“Vi dirò una cosa, ma non vantatevi!: voi siete una parte preziosa della Chiesa in Italia. Grazie! Forse i più piccoli tra voi non se ne rendono bene conto, ma i più grandi spero di sì!”. Con queste parole Papa Francesco ha accolto lo scorso anno l’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani) in Piazza San Pietro. Parole che ben si adattano anche alle altre realtà scout cattoliche (tra cui l’FSE – Federazione degli Scout d’Europa) e molte altre che quest’anno festeggiano tutte insieme i 100 anni di scoutismo cattolico in Italia.
Da sempre lo scoutismo ha riconosciuto alla dimensione di fede uno degli aspetti fondamentali per la buona crescita dei ragazzi. Sempre il Santo Padre, citando il fondatore ricorda che «Quando una volta qualcuno chiese al vostro fondatore, Lord Baden Powell, “che cosa c’entra la religione [con lo scoutismo]?”, egli rispose che “la religione non ha bisogno di entrarci, perché è già dentro! Non c’è un lato religioso del Movimento scout e un lato non… L’insieme di esso è basato sulla religione, cioè sulla presa di coscienza di Dio e sul suo Servizio” E questo l’ha detto nell’anno ’26». Se la dimensione religiosa ha sin dall’inizio, nel 1907, impregnato lo stile educativo scout, si deve all’intuizione del conte Mario Gabrielli “di Carpegna”, di famiglia marchigiana, che vide nel nascente movimento scout una valida proposta per l’educazione cristiano-cattolica dei ragazzi dell’epoca, la nascita dello scoutismo cattolico in Italia. Dopo un viaggio a Londra per studiare le peculiarità del movimento relaziona positivamente l’esperienza al consiglio generale della Società della Gioventù Cattolica Italiana che delibera la fondazione dell’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani), di cui lo stesso Mario di Carpegna il 28 gennaio 1916 viene nominato commissario centrale. Il 15 giugno 1916 papa Benedetto XV, inizialmente scettico nei confronti del movimento scout in quanto laico e nato da fondatore anglicano, scioglie le sue riserve e nomina il gesuita padre Giuseppe Gianfranceschi “vicecommissario centrale ecclesiastico”. Anch’esso di origini marchigiane, nato ad Arcevia. Soppresso nei piccoli centri dal regime fascista nel ‘27 e inglobato nell’ONB nelle grandi città, l’ASCI venne sciolto poco dopo da Pio XI. L’anno successivo ogni forma di scoutismo venne dichiarato ufficialmente soppressa dal Consiglio dei Ministri. Ma non tutti gli scout si rassegnarono e, sebbene consegnate le insegne ufficiali, continuò in maniera clandestina come ad esempio in Lombardia dove, sotto la guida di Giulio Cesare Uccellini e l’assistenza spirituale di Mons. Andrea Ghetti, diedero inizio al periodo della resistenza “giungla silente” e presero poi il nome di Aquile Randagie.
Nel ’43 nasce lo scoutismo cattolico femminile con la Promessa pronunciata da 7 giovani guide, tra cui la nipote del fondatore dell’ASCI Giuliana di Carpegna, che danno origine all’AGI (Associazione Guide Italiane). Il 25 aprile 1945, con la liberazione di Milano, ricomincia l’attività dell’ASCI. Le due forme di scoutismo viaggeranno parallele fino al 4 maggio 1974 quando si fonderanno insieme per dare origine all’AGESCI. Alcuni capi, contrari alla fusione fonderanno un nuovo movimento aderente alla FSE.
Papa Benedetto XVI nel 2007, a 100 anni dalla fondazione del movimento, riesce a cogliere nel profondo le caratteristiche dello scoutismo cattolico ricordando che “da un secolo attraverso il gioco, l’azione, l’avventura, il contatto con la natura, la vita di squadra e il servizio agli altri, una formazione integrale della persona umana è offerta a tutti coloro che aderiscono allo scautismo. Fecondato dal Vangelo, lo scautismo è non soltanto un luogo di vera crescita umana, ma anche il luogo di una proposta cristiana forte e di una vera maturazione spirituale e morale, così come è un autentico cammino di santità”. È questo il carisma di un movimento che si rivolge “ai giovani come a persone capaci di rispondere liberamente alla chiamata di Dio e di percorrere la strada che porta all’incontro ed alla comunione con Cristo” (Patto Associativo AGESCI). Sempre nell’udienza dello scorso anno papa Francesco ha lasciato un mandato allo scoutismo cattolico: “Associazioni come la vostra sono una ricchezza della Chiesa che lo Spirito Santo suscita per evangelizzare tutti gli ambienti e settori. Sono certo che l’AGESCI può apportare nella Chiesa un nuovo fervore evangelizzatore e una nuova capacità di dialogo con la società. Mi raccomando: capacità di dialogo! Fare ponti, fare ponti in questa società dove c’è l’abitudine di fare muri. Voi fate ponti, per favore! E col dialogo, fate ponti”.
È con questo spirito che, avendo accolto la sfida, il movimento Scout continua la sua missione evangelilica ritrovando nuovo slancio ripercorrendo quella che è stata la sua storia: vale la pena ricordare che quest’anno, oltre ai 100 anni di scoutismo cattolico, festeggia i suoi 100 anni il gruppo scout di Fermo, uno dei primi insieme a pochi altri del maceratese. Soffiano 100 candeline anche tutti i lupetti del mondo ricordando la prima scrittura del Manuale dei Lupetti. E, un po’ più giovane ma anch’esso ormai in là con gli anni, il gruppo di Montegranaro festeggia il suo 50esimo. •

Marco Pagliarini

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