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Roma, 6 febbraio 2022: Papa Francesco viene intervistato dalla RAI nel programma “Che Tempo Fa” di Fabio Fazio - Agensir

“Dobbiamo prenderci cura della Madre Terra”

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Il monito di Papa Francesco da Fazio parlando della visita ricevuta dai pescatori marchigiani.

“Dobbiamo prenderci carico anche della Madre Terra: i pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una volta tonnellate di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare è criminale, uccide la terra, dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato”. Così Papa Francesco in tv ospite in collegamento del conduttore Fabio Fazio nel programma “Che tempo che fa”.
È solo l’ultimo appello di un lungo impegno del Santo Padre sul tema della tutela ambientale. Il pontefice ha toccato il tema dei cambiamenti climatici e della necessità di cambiare l’approccio verso la natura.
Il disastro ambientale, con la morte di biodiversità, inquinamento, deforestazione, è un crimine che va contro la Creazione, dichiara Francesco. Prendersi cura dell’ambiente è quella che il Papa indica come la via giusta da seguire.
Nel corso dell’intervista il Papa nel raccontare di aver ascoltato una canzone di Roberto Carlos cita anche il contenuto del brano in cui un bambino chiede al padre ‘perché il fiume non canta più? La verità è che il fiume non c’è più. L’abbiamo finito noi”.
Durante l’intervento i timori per il futuro del pianeta e per le nuove generazioni. Ma è questo solo uno degli ultimi interventi di una lunga serie che affondano le radici nell’Enciclica Laudato si’
Con l’Enciclica Laudato si’, promulgata nel 2015, invitava tutte le persone di buona volontà a prendersi cura della Terra, che è la nostra casa comune. “Da tempo, ormai, questa casa che ci ospita soffre per ferite che noi provochiamo a causa di un atteggiamento predatorio, che ci fa sentire padroni del pianeta e delle sue risorse e ci autorizza a un uso irresponsabile dei beni che Dio ci ha dato. Oggi, queste ferite si manifestano drammaticamente in una crisi ecologica senza precedenti, che interessa il suolo, l’aria, l’acqua e, in genere, l’ecosistema in cui gli esseri umani vivono. L’attuale pandemia, poi, ha portato alla luce in modo ancora più forte il grido della natura e quello dei poveri che ne subiscono maggiormente le conseguenze, evidenziando che tutto è interconnesso e interdipendente e che la nostra salute non è separata dalla salute dell’ambiente in cui viviamo”.
“Abbiamo bisogno, perciò, di un nuovo approccio ecologico, – scriveva nel 2021 il Papa – che trasformi il nostro modo di abitare il mondo, i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della Terra e, in generale, il modo di guardare all’uomo e di vivere la vita. Un’ecologia umana integrale, che coinvolge non solo le questioni ambientali ma l’uomo nella sua totalità, diventa capace di ascoltare il grido dei poveri e di essere fermento per una nuova società”.
“Abbiamo una grande responsabilità, specialmente nei confronti delle future generazioni. Che mondo vogliamo lasciare ai nostri bambini e ai nostri giovani? Il nostro egoismo, la nostra indifferenza e i nostri stili irresponsabili stanno minacciando il futuro dei nostri ragazzi! Rinnovo allora il mio appello: prendiamoci cura della nostra madre Terra, vinciamo la tentazione dell’egoismo che ci rende predatori delle risorse, coltiviamo il rispetto per i doni della Terra e della creazione, inauguriamo uno stile di vita e una società finalmente ecosostenibili: abbiamo l’opportunità di preparare un domani migliore per tutti. Dalle mani di Dio abbiamo ricevuto un giardino, ai nostri figli non possiamo lasciare un deserto”.
In questo contesto, il Santo Padre, il 24 maggio 2020 aveva indetto l’anno ?Laudato si’.
L’anno Laudato si’ sfocerà in un progetto d’azione concreto, la Laudato si’ Action Platform, un cammino di sette anni che vedrà impegnate in diversi modi le comunità, perché diventino totalmente sostenibili, nello spirito dell’ecologia integrale.
“Vorrei dunque invitare tutti – scrive il Papa – ad affrontare questo cammino insieme, in particolare mi rivolgo a queste sette realtà: famiglie – parrocchie e diocesi – scuole e università – ospedali – imprese e aziende agricole – organizzazioni, gruppi e movimenti – istituti religiosi. Lavorare insieme. Solo così potremo creare il futuro che vogliamo: un mondo più inclusivo, fraterno, pacifico e sostenibile”.
“In un cammino che durerà per sette anni, ci lasceremo guidare dai sette obiettivi della Laudato si’, che ci indicheranno la direzione mentre perseguiamo la visione dell’ecologia integrale: la risposta al grido della Terra, la risposta al grido dei poveri, l’economia ecologica, l’adozione di uno stile di vita semplice, l’educazione ecologica, la spiritualità ecologica e l’impegno comunitario”.
“C’è speranza. – conclude il documento – Tutti possiamo collaborare, ognuno con la propria cultura ed esperienza, ciascuno con le proprie iniziative e capacità, perché la nostra madre Terra ritorni alla sua originale bellezza e la creazione torni a risplendere secondo il progetto di Dio”. •

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