Da tre anni anche da me un piccolo presepio
Questione di spazio? di tempo? di capacità? di pigrizia? La risposta è un po’ sì, un po’ no, a ciascuna di queste domande. Domande che poi diventano alibi validi per dire “mi dispiace ma non è possibile!”. Il fatto di non fare il presepio in casa, non mi ha però impedito di ammirarli a casa di altre persone, di fissarne affascinata i paesaggi e i movimenti, creati da ciascuno in modo originale, usando mezzi e spazi possibili, dalla semplice boccia di vetro a mezze stanze di casa. Guardare il presepio per me ha sempre significato immergermi in modo realistico dentro il paesaggio e accanto alla gente di quel Vangelo che, un po’ sornionamente, ho ascoltato tante volte la notte di Natale e nei giorni a seguire. Trasportare me stessa dentro quel tempo, quella storia, quei luoghi e chiedermi che cosa avrei provato, pensato, creduto se fossi veramente stata lì. Avrei veramente adorato quel Bambino come il Salvatore, il Messia, il Figlio di Dio? Sarei stata perplessa, così come mi succede oggi guardando storie e situazioni in cui altri ci riconoscono l’intervento divino? Oppure sarei arrivata tra i primi? Riconosco che per me non è sempre facile leggere i segni dei tempi mentre le cose accadono, perché, oltre ad uno sguardo attento, serve un cuore aperto e docile allo Spirito. Tre anni fa, poi, una mia cugina di Bari, in occasione dell’80esimo di mia madre ci regala un presepio con pezzi artigianali da comporre in un quadro o da scomporre dentro al presepio. Così da tre anni, anche a casa mia, a Natale, nasce un piccolo presepio, in un piccolo spazio, con una stella cometa nella cui coda c’è scritto “GRAZIE”. •