Come il popolo di Israele nell’esodo dall’Egitto verso la terra promessa, “anche tutti noi conosciamo le tentazioni di tornare indietro, tutti!”, ha ammonito il Papa a braccio.
Il punto di partenza è la condizione di schiavitù, il punto di arrivo è l’adempimento della promessa, grazie alla fedeltà di Dio verso il suo popolo, nonostante le tentazioni. Dio chiama Mosè, e Mosè conduce il suo popolo dalla schiavitù alla libertà:
“La Scrittura mostra che l’esodo è lungo e travagliato: simbolicamente dura 40 anni, cioè il tempo di vita di una generazione. Una generazione che, di fronte alle prove del cammino, è sempre tentata di rimpiangere l’Egitto e di tornare indietro”.
Come l’Esodo, anche la Quaresima è “per tutti noi un’uscita dalla schiavitù del peccato alla libertà dell’incontro con Cristo Risorto”, ha detto ancora a braccio il Papa: “Ogni passo, ogni fatica, ogni prova, ogni caduta e ogni ripresa, tutto ha senso solo all’interno del disegno di salvezza di Dio, che vuole per il suo popolo la vita e non la morte, la gioia e non il dolore”.
La Pasqua di Gesù è il suo esodo: il biglietto per la vita eterna è il suo sangue, è solo grazie a lui che siamo stati salvati. Questo non vuol dire che “noi andiamo in paradiso in carrozza”, che lui ha fatto tutto e noi non dobbiamo fare nulla. Per Francesco, la salvezza è certamente un dono ma è anche “una storia d’amore”, che chiede il nostro assenso e la nostra partecipazione. Lo stesso “sì” che ha pronunciato sua madre, Maria, e dopo di lei tutti i santi.
“Chi fa la strada della Quaresima sempre è in strada di conversione”, ha puntualizzato ancora a braccio il Papa.
Cristo ci precede con il suo esodo, e noi attraversiamo il deserto grazie a lui e dietro di lui. È lui che è tentato per noi, è lui che vince il tentatore per noi, ma anche noi dobbiamo insieme a lui affrontare le tentazioni e superarle, attraverso i sacramenti, la preghiera, l’adorazione, la fedeltà insomma al nostro battesimo. È un cammino impegnativo, perché l’amore è impegnativo, ma un cammino pieno di speranza, ha assicurato Francesco, che parla della fatica di attraversare il deserto: le prove, le tentazioni, le illusioni, i miraggi. Solo così riusciamo a forgiare una speranza forte, salda, sul modello di quella di Maria, che in mezzo alle tenebre della passione e della morte di suo figlio ha continuato a credere e a sperare nella sua risurrezione, nella vittoria dell’amore di Dio. “Col cuore aperto a questo orizzonte, entriamo oggi nella Quaresima”, l’invito finale del Papa per il tempo che ci separa dalla Pasqua: “Sentendoci parte del popolo santo di Dio, iniziamo con gioia oggi questo cammino di speranza”. •
M.Michela Nicolais