18/02/2015 Roma, basilica di Santa Sabina, papa Francesco celebra il mercoledi' delle Ceneri

Quaresima: cammino di speranza

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La Quaresima è un “cammino di speranza, un cammino verso Gesù risorto”. A spiegarlo ai 10mila fedeli presenti oggi in piazza San Pietro è stato il Papa, che nella catechesi del Mercoledì delle Ceneri ha ricordato che la Quaresima è stata istituita nella Chiesa come tempo di preparazione alla Pasqua, e che tutto il senso di questo periodo di quaranta giorni prende luce dal mistero pasquale verso il quale è orientato. Gesù Risorto che esce dalle tenebre e noi che ci mettiamo in cammino verso di lui, che è luce, l’itinerario quaresimale suggerito da Francesco. La Quaresima è un periodo di penitenza, “anche di mortificazione, ma non fine a sé stesso”: il fine è farci risorgere con Cristo, ed è per questo che la Quaresima è per sua natura tempo di speranza. Nel pomeriggio il Papa presiede la “statio” e la processione penitenziale nella chiesa di sant’Anselmo, seguita dalla Messa, con la benedizione e l’imposizione delle Ceneri, nella basilica di santa Sabina.

Come il popolo di Israele nell’esodo dall’Egitto verso la terra promessa, “anche tutti noi conosciamo le tentazioni di tornare indietro, tutti!”, ha ammonito il Papa a braccio.
Il punto di partenza è la condizione di schiavitù, il punto di arrivo è l’adempimento della promessa, grazie alla fedeltà di Dio verso il suo popolo, nonostante le tentazioni. Dio chiama Mosè, e Mosè conduce il suo popolo dalla schiavitù alla libertà:

“La Scrittura mostra che l’esodo è lungo e travagliato: simbolicamente dura 40 anni, cioè il tempo di vita di una generazione. Una generazione che, di fronte alle prove del cammino, è sempre tentata di rimpiangere l’Egitto e di tornare indietro”.

Come l’Esodo, anche la Quaresima è “per tutti noi un’uscita dalla schiavitù del peccato alla libertà dell’incontro con Cristo Risorto”, ha detto ancora a braccio il Papa: “Ogni passo, ogni fatica, ogni prova, ogni caduta e ogni ripresa, tutto ha senso solo all’interno del disegno di salvezza di Dio, che vuole per il suo popolo la vita e non la morte, la gioia e non il dolore”.

La Pasqua di Gesù è il suo esodo: il biglietto per la vita eterna è il suo sangue, è solo grazie a lui che siamo stati salvati. Questo non vuol dire che “noi andiamo in paradiso in carrozza”, che lui ha fatto tutto e noi non dobbiamo fare nulla. Per Francesco, la salvezza è certamente un dono ma è anche “una storia d’amore”, che chiede il nostro assenso e la nostra partecipazione. Lo stesso “sì” che ha pronunciato sua madre, Maria, e dopo di lei tutti i santi.

“Chi fa la strada della Quaresima sempre è in strada di conversione”, ha puntualizzato ancora a braccio il Papa.

Cristo ci precede con il suo esodo, e noi attraversiamo il deserto grazie a lui e dietro di lui. È lui che è tentato per noi, è lui che vince il tentatore per noi, ma anche noi dobbiamo insieme a lui affrontare le tentazioni e superarle, attraverso i sacramenti, la preghiera, l’adorazione, la fedeltà insomma al nostro battesimo. È un cammino impegnativo, perché l’amore è impegnativo, ma un cammino pieno di speranza, ha assicurato Francesco, che parla della fatica di attraversare il deserto: le prove, le tentazioni, le illusioni, i miraggi. Solo così riusciamo a forgiare una speranza forte, salda, sul modello di quella di Maria, che in mezzo alle tenebre della passione e della morte di suo figlio ha continuato a credere e a sperare nella sua risurrezione, nella vittoria dell’amore di Dio. “Col cuore aperto a questo orizzonte, entriamo oggi nella Quaresima”, l’invito finale del Papa per il tempo che ci separa dalla Pasqua: “Sentendoci parte del popolo santo di Dio, iniziamo con gioia oggi questo cammino di speranza”. •

M.Michela Nicolais

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