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Ritorno alla madre

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Smerillo: Marco e Chiara con i loro olii essenziali, tisane, erbe

È piovuto molto la notte di mercoledì.
Dalla terrazza della casa di Marco Mani e Chiara Russo, collina ovest di Smerillo, ora si scorgono solo chiazze di neve. Niente a che vedere con il metro e mezzo delle settimane scorse. La montagna è livida: lassù la coltre bianca è ancora ben spessa. Il fiume Tenna è irruente e fangoso, come il fosso a due passi da noi.
Il grigio domina l’abbazia dei santi Ruffino e Vitale. San Martino al Faggio è sulla nostra sinistra. Alle mie spalle, un pezzo di muretto a secco è venuto giù causa neve. Marco (35 anni, veneto, laureato in filosofia a Verona) lo sistemerà al più presto. Non è l’unico danno di un inverno estremo. La strada e la casetta delle galline hanno problemi, la neve ha spaccato gli ulivi (ce ne sono 40).
8,5 ettari di terra sono la consistenza dell’azienda agricola Amargi.
Metà bosco, il resto è frutteto (specie mela rosa, ciliegi, castagni), erbe officinali (lavanda, salvia, rosmarino, timo, elicriso, issopo), seminativo. Non mancano le arnie: ce ne sono 40. Sotto al fienile c’è il trattore che Marco usa su e giù per la collina.
Amargi in lingua suméra significa «ritorno alla madre». Non a caso. Questa è stata la scelta di Chiara (31 anni, di Treviso, laureata in scienze politiche a Bologna) e Marco. Una coppia. Dopo un’esperienza da cooperatori internazionali hanno sentito il richiamo ad una vita a contatto con la natura. Così hanno iniziato a cercare il posto giusto. Setacciate Puglia, Umbria, Abruzzo, Romagna, Toscana, Marche nord, si sono innamorati dei Monti Sibillini e di Smerillo. C’era una casa fatiscente in vendita con un appezzamento abbandonato. «Fa al caso nostro. Qui ci fermiamo». E hanno iniziato a lavorare sodo, pulire e ricostruire, frequentare agricoltori e seguire corsi.
L’azienda è stata aperta due anni fa. I prodotti: frutta, tisane, olii essenziali (ricavati dalle erbe e lavorati nel laboratorio domestico), miele ed il resto arrivano alla clientela tramite mercati, fiere, occasioni diverse. Agricoltura naturale e Permacoltura sono le tecniche usate.
In cucina, un grande focolare/stufa scalda l’intero ambiente che è soppalcato. Bartolina, la cagna, ci fa vivacemente festa. Da sopra, tra una serie di libri ben ordinati, fa capolino, curioso, Sancho Panza, gattino bianco e nero.
Una copia del Riposo dal lavoro di Van Gogh campeggia sopra all’ampio divano. Luogo accogliente.
Amargi è anche un B&B con tre camere da letto. Lo frequentano specie romani con parenti nel Fermano.
Come va l’azienda? «C’è tanto lavoro da fare» spiega Marco, che ha in mente di ampliare il frutteto. Ma non è questo che li spaventa. L’ostacolo più grande è, specie nel caso dei bandi pubblici, la burocrazia. Soffocante.
E il terremoto? La casa, rifatta da poco, ha retto bene. Ma è l’intero territorio pre-montano e montano ad essere fragile. Occorrerebbe una politica idonea, dice, che sostenga i piccoli: l’agricoltura di qualità ha bisogno di tutele. Altrimenti, fa capire, solo gli anziani resteranno in questi luoghi e non riusciranno a curare e difendere la terra.
Con ricadute negative per tutti: dalla montagna al mare. •

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