La incontro ai tavoli di un caffè di Servigliano. È lunedì 20 marzo ed è presto. C’è un pallido ma promettente sole. Alle 11:30, dicono gli esperti, entrerà la primavera.
Anita è una donna esile: sguardo vivacissimo, occhi verdi che scintillano. Mi viene in mente uno scricciolo. Ma che forza!
È nata a Montegallo. Vive a Comunanza dai genitori dopo il terremoto. Poteva restarsene in Ancona dove ha studiato. Ha preferito tornare nel sud delle Marche. La sua attrazione è per la campagna e l’accoglienza.
Un compito gravoso se l’è preso nel 2014 diventando presidente della Cooperativa Ritorno alla Terra. Della Cooperativa fanno parte 16 piccole aziende che praticano agricoltura biologica e sociale. La Cooperativa agricola nasce dall’associazione omonima costituita nel 1982.
«Il biologico parla marchigiano» spiega Anita riferendosi all’intuizione di quegli anni quasi gli stessi di Girolomoni-Alce nero.
La sede sociale e a Servigliano, a palazzo Monti di proprietà della Comunità di Capodarco. Un edificio storico che nasce dalla carità e vorrebbe essere carità, ma nel senso di nuova economia e nuova cultura d’accoglienza.
Anita ha ereditato una forte idealità ma anche non pochi problemi. Il 2014 era l’anniversario della fondazione della Cooperativa: 25 anni di attività. Nata in un periodo in cui produrre sano e avere attenzione al biologico non era modalità molto ben compresa, la Cooperativa ha rischiato la chiusura. Anita e i fedelissimi hanno invece rilanciato.
A febbraio del 2016 ha dato il via libera, insieme al Gruppo Umana Solidarietà, ad un Forno in pieno centro di Ancona con un’attenzione particolare ai grani teneri per la produzione di pane e dolci. Cinque le persone impegnate di cui alcuni stranieri. Sempre con il GUS, la Coop. gestisce una fattoria sociale a Urbisaglia, che impiega quattro rifugiati.
Anita è tutta protesa a nuovi aspetti di Ritorno alla Terra.
«Oggi, rispetto ai tempi della fondazione, molte cose sono cambiate: c’è stata crescita culturale e nuova consapevolezza. Su questo bisogna giocarsi fino in fondo». Ha capito che le Marche sud hanno bisogno oltre ad un brand forte anche di una rete effettiva. C’è poi il mercato. A Servigliano, al piano terra di Palazzo Monti, opera il punto vendita dove «dobbiamo essere capaci di vendere tutto il prodotto dei nostri soci».
Palazzo Monti è un luogo simbolo. L’impegno di Anita è di evitare la sua alienazione e di acquistarlo ricorrendo al fund raising. Alla Comunità di Capodarco fu donato da Adele Conti che lo aveva ricevuto da una signora della nobile famiglia dei Montibene che accudiva come domestica. •
Franca Anita Poli è nata a Montegallo il 23 settembre 1976.
Ha studiato alla Politecnica di Ancona laureandosi in ingegneria meccanica (settore energetica). Dal 2004 al 2012 è stata responsabile dell’Ufficio Scientifico/Prevenzione rifiuti di Legambiente Marche. Nel 2012 ha scelto di tornare nel sud Marche e di esercitare la libera professione. Ha lavorato nello studio civitanovese di Andrea Lelli.
Ama tutti i cantautori italiani: Da Dalla a Battiato. Sta leggendo L’apprendistato della dea tolteca. Si è appassionata al volume “La Sibilla pastora”.È stretta collaboratrice di don Franco Monterubbianesi.