Il profumo ha riempito l’aula liturgica richiamando l’atteggiamento di offerta e di sacrificio verso Dio. Questo atto simbolico non è stato vuota cerimonia come spesso lamentano i profeti. È stato segno di un vero spirito interiore che offre se stesso come «profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio» (Fil 4,18) per poter camminare «nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2). L’incenso ha fatto pensare alla vita di don Umberto come soave odore per il sacrificio che offre quotidianamente non solo all’altare ma anche nella vita. A fine celebrazione, don Umberto ha salutato tutti i partecipanti offrendo loro quelle mani unte quaranta anni fa dal Vescovo e che continuano a profumare di perdono, di carità, di evangelizzazione. •

Mani che profumano di Dio
Il profumo ha riempito l’aula liturgica richiamando l’atteggiamento di offerta e di sacrificio verso Dio. Questo atto simbolico non è stato vuota cerimonia come spesso lamentano i profeti. È stato segno di un vero spirito interiore che offre se stesso come «profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio» (Fil 4,18) per poter camminare «nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore» (Ef 5,2). L’incenso ha fatto pensare alla vita di don Umberto come soave odore per il sacrificio che offre quotidianamente non solo all’altare ma anche nella vita. A fine celebrazione, don Umberto ha salutato tutti i partecipanti offrendo loro quelle mani unte quaranta anni fa dal Vescovo e che continuano a profumare di perdono, di carità, di evangelizzazione. •