La Valdaso si prepara

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A confronto con il Vicario d. Umberto Eleonori sulle Unità Pastorali

Nel panorama territoriale della Vicaria di Pedaso, come in altre Vicarie della Diocesi, si parla sempre più di Unità Pastorali, una realtà prevista dal Codice di Diritto Canonico (art. 543), una realtà già in atto per diverse parrocchie della Vicaria. Si tratta di una razionalizzazione del territorio che unisce intenti, energie e risorse per meglio amministrare piccole realtà che sarebbero destinate ad una lenta, ma inesorabile estinzione per cause demografiche e vocazionali.
L’argomento è davvero interessante e il Vicario don Umberto Eleonori ci offre un’ adeguata riflessione in merito. Siamo ormai avviati verso un’epoca nuova in cui i sacerdoti saranno sempre di meno, basti pensare che il numero di chi viene a mancare è assai superiore alle ordinazioni. Tra dieci, vent’anni, come sarà il rapporto tra il numero dei sacerdoti e quello delle parrocchie?
Attualmente ad ogni sacerdote, nella migliore delle ipotesi, sono affidate non meno di due parrocchie con picchi addirittura di quattro. Risaltano evidenti le difficoltà per una corretta e valida azione pastorale. Il tema delle unità pastorali non è legato solo alla diminuzione del numero dei preti, ma è anche un problema geografico dovuto a un territorio frammentato. Anche civilmente è in atto una tendenza analoga verso rapporti nuovi tra comuni. A don Umberto abbiamo chiesto come si presenta ad oggi la situazione.
Nel corso degli anni le Unità Pastorali hanno subito degli aggiustamenti e ripartizioni nuove. Attualmente sulla carta esistono: Campofilone con Massignano e Montefiore dell’Aso; Petritoli con Monte Giberto, Valmir, Rubbianello, Carassai e Monte Vidon Combatte; Ortezzano con Monte Rinaldo; Moresco con Monterubbiano; Altidona con Lapedona e Pedaso. Tutte parrocchie che hanno bisogno di modificare la propria organizzazione.
Per questo motivo è veramente salutare la costituzione del Consiglio di Comunità, previsto dagli Statuti degli Organismi di Partecipazione, che superando la burocrazia e le pastoie elettive, consente al parroco di individuare e scegliere fra i fedeli le “forze vive” della comunità. Esse affiancheranno il parroco nell’azione pastorale. Contemporaneamente si sta pensando ad un Consiglio Pastorale di Vicaria dove potrebbero confluire un membro del Consiglio di Comunità per parrocchia. È ancora in bozza, ma si auspica che possa partire dopo Le Missioni a favore delle famiglie previste per il 2021.
Questa missione sta già cominciando con la preparazione dei soggetti, per lo più coppie di sposi, che la porteranno avanti. La Vicaria ha organizzato degli incontri. L’elemento positivo è che tutti i presbiteri interessati sono concordi e disponibili al dialogo e alla collaborazione; la situazione richiede necessariamente momenti di collaborazione fra Unità Pastorali. Per tutti comunque il Parroco è e rimane come guida, fratello, punto di riferimento significativo. I laici, pur capaci d’impegno e volontà, sentono di aver bisogno di una figura fissa all’interno della parrocchia. La sua mancanza impoverirebbe il cammino pastorale, in maniera lenta ed inarrestabile, con il rischio di una disgregazione interna tra i tanti gruppi di volontariato che sono cresciuti nel corso di questi anni. Perciò, l’istituzione definitiva dell’Unità Pastorale ha tempi ancora lenti, anche per preparare meglio il futuro a partire dalle piccole Comunità.
Nel frattempo continua il rapporto di collaborazione tra le parrocchie del territorio soprattutto là dove, in qualche misura, è già in atto.
È pensabile e prevedibile che i Consigli Pastorali e i Consigli Pastorali per gli Affari Economici delle parrocchie interessate possano riunirsi in sedute congiunte, per armonizzare bene la vita pastorale stessa (catechesi, Caritas, liturgia, iniziative particolari anche di tipo edilizio…) cercando di mettere le basi per un insieme di pratiche e di usanze che coinvolgano tutte le parrocchie. Il percorso di istituzione ufficiale della Unità Pastorale richiederà una gradualità che consentirà a sacerdoti, religiosi e laici, di lasciar maturare l’importante cambio pastorale che s’intende attuare. Ringraziamo don Umberto per la gentilezza e la cortesia con cui ci ha accolti e soprattutto per il tempo dedicatoci. •

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