I primi versetti di questo Vangelo incutono paura, mettono un po’ d’ansia, ma non ci sono cataclismi, è solo un linguaggio apocalittico per preannunciare grandi accadimenti: nessuna rivoluzione nel mondo fisico, ma solo nella storia della salvezza. Siamo alla soglia della grande attesa: l’Avvento che prelude alla venuta del Signore nella carne! La Parola del Maestro che riecheggia nei secoli, ci raggiunge, mettendo a fuoco il tema della vigilanza che si acquista nella preghiera: “Vegliate in ogni momento pregando”. Egli è già venuto, viene e verrà! Non comportiamoci come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia. Il cristiano è paragonato alla civetta che nel buio della notte cerca la luce, la trova e ci vede!
Tempo di discernimento, dunque, l’Avvento! Nel buio di eventi dolorosi, come la guerra, la violenza, il femminicidio, pedofilia e via dicendo, il cristiano cerca la luce e la trova splendente nella venuta del Figlio di Dio che rischiara le tenebre e fa verità. La vigilanza, frutto della preghiera, diventa un concreto impegno: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano…”. Vivere appesantendo il cuore in ubriachezze, dissipazioni ed affanni vari, è facile: bisogna “destarsi” e ritrovare la strada, non aprendo la porta a piccoli vizi, concessioni, omissioni. Alla lunga, la nostra coscienza non sarà più un filtro, ma assumerà come criterio la mentalità comune: “Che male c’è”?”. “Chi disprezza le piccole cose, a poco a poco cade nelle grandi”, come afferma la saggezza della Scrittura. “È ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché la nostra salvezza è più vicina ora di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri” (Rm 13, 11-14).
Il Figlio dell’uomo che viene è il Signore che ci ha amato, ha offerto se stesso per ciascuno di noi. Ci è vicino, si fa compagno di viaggio, ci prende per mano, ci libera dalla paura, dall’ansia, ci guarisce il cuore, ci svela la bellezza di alzare il nostro sguardo verso il divino, verso l’amore vero per non calpestare l’umano, creato ad immagine e somiglianza di Dio. La sua venuta è per noi salvezza e gioiosa speranza! Vigilanza allora è la capacità di vedere oltre: la vittoria del bene e la sconfitta del male! Non viviamo ripiegati su noi stessi, schiacciati dal male che ci circonda e ad esso rassegnati, ma, al soffio dello Spirito, portiamo la novità del Vangelo sempre, intravvedendo già la luce che dissipa le tenebre, accogliendola nel cuore e diffondendola. Ritorniamo a Betlemme, il luogo della nostra fede da rinnovare con freschezza ed entusiasmo. Gesù ci aspetta nel quotidiano, migliorando innanzitutto le nostre relazioni con chi ci vive accanto, per edificare fin d’ora, la Gerusalemme celeste.
Illuminante la riflessione di Papa Francesco: “Stare svegli e pregare: ecco come vivere questo tempo da oggi fino a Natale. Stare svegli e pregare. Il sonno interiore nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori, ma sempre girare intorno a noi stessi. E questo stanca, questo annoia, questo chiude alla speranza. Si trova qui la radice del torpore e della pigrizia di cui parla il Vangelo. L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità della gente, dei fratelli, al desiderio di un mondo nuovo”.
*Famiglia Monastica Benedettina Fermo