VANGELO DELLA FESTA DELL’IMMACOLATA Un sì che rigenera (Lc 1, 26-38)

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Uno sperduto villaggio di Nazareth diventa il luogo dove un angelo “atterra”, in una precisa casa, consegnando ad una ragazza che nel cuore accarezza il suo desiderio di matrimonio, lo sconvolgente progetto di Dio: il suo grembo accoglierà la Vita per la salvezza di tutti. Comprensibile smarrimento di fronte ad una proposta fuori dal comune. S’instaura, di conseguenza, un dialogo fra l’Angelo e Maria: <Com’è possibile?…”> <Lo Spirito Santo scenderà su di te e l’Altissimo ti coprirà con la sua ombra…> <>Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola>: da questa adesione libera e responsabile al Suo volere, Dio entra nella storia, unendo la sua divinità alla nostra umanità. 

L’incarnazione non è un evento isolato, ma l’ultima fase della relazione che Dio tesse con ciascuno di noi; una nuova era della storia, sancita poi nella Pasqua come “Nuova ed eterna Alleanza”. Dio, infatti, ha cercato sempre gli uomini con cuore di Padre, senza mai arrendersi fino al punto da diventare uno di noi, scegliendo la via ordinaria, quella di un grembo di una donna. Maria, “giardino chiuso”, “fontana sigillata” (cfr Ct 4, 12), accogliendo la parola di Dio tesse nel suo grembo l’umanità di Cristo, l’Uomo Nuovo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Di generazione in generazione è sempre vivo lo stupore per questo ineffabile, incomprensibile mistero che, secondo S. Agostino : <Se lo comprendi, non è Dio>. Sempre S. Agostino, immaginando di rivolgersi all’ Angelo dell’Annunciazione, domanda: <Dimmi, o Angelo, perché è avvenuto questo in Maria?> <La risposta – dice il Messaggero – è contenuta nelle parole stesse del saluto: Ave, o piena di grazia”> (cfr Sermo 291, 6). L’Angelo infatti non la chiama Maria, ma “Piena di grazia”, ossia amata da Dio. Origene fa notare che questo titolo non fu mai rivolto ad altri. “Amata”: una forma passiva che in Maria diventa attiva per la capacità, come vera discepola, di accogliere quest’ amore di Dio fino a diventarne grembo e di conseguenza madre.

La risposta di Maria si prolunga nella Chiesa, chiamata a rendere presente Cristo nella storia, a rinnovare la sua disponibilità in modo che Dio possa continuare a visitare l’umanità con la sua misericordia. La Chiesa è ciascuno di noi: Dio aspetta la mia, la tua risposta! Anche Papa Francesco ci sollecita a riguardo: <Mentre ammiriamo la nostra Madre per questa sua risposta alla chiamata e alla missione di Dio, chiediamo a lei di aiutare ciascuno di noi ad accogliere il progetto di Dio nella nostra vita, con sincera umiltà e coraggiosa generosità>. Buona festa dell’Immacolata Concezione!

Madre M. Cecilia Borrelli

Famiglia Monastica Benedettina Fermo

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