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L’attualità di Maritain

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Jacques Maritain sostiene che lo sviluppo della persona passa per tre livelli: quello dell’uomo, quello del cittadino, quello del cristiano. Le tre dimensioni, nell’unicità della persona, sono a salire, cioè non può darsi il secondo chi non ha conquistato il primo e non può aversi il terzo mancando il primo e il secondo. I bisogni dell’uomo stanno più che altro in quelli che chiamiamo diritti, anche se c’è la tendenza a iscriverci desideri e smanie che diritti proprio non sarebbero.

Il cittadino è l’uomo che vive con gli altri e quindi apre rapporti sociali, una condizione in cui si comprime qualche bisogno individuale – qualche desiderio, qualche voglia – per far sì che gli altri, tutti gli altri, possano alla fine risultare soddisfatti: e questa è la sfera umana che si realizza come politica cioè come attività che persegue, oltre il bene individuale, il bene collettivo, sociale, comunitario. La persona di Maritain si completa al massimo livello come cristiano che prima è stato ed è cittadino e prima ancora è stato ed è uomo.

Viene da chiedersi che cosa possa chiedere un cristiano ad un politico, o meglio all’uomo che si candida per fare politica. Intanto il rispetto dell’uomo come valore primigenio: e qui si mette l’uguaglianza dei singoli, il progresso umano, l’amore per il prossimo, l’accoglienza del diverso, la speranza di crescere nel bene, che comprende anche il benessere. Ma la politica si rivolge specificamente all’uomo che si fa cittadino e dunque fruisce dell’ordinamento e dei servizi dello Stato riassunti nelle istituzioni: e qui si colloca la democrazia, con le sue procedure, e l’utilizzo dei servizi – sanità, istruzione, trasporti – in sostanza l’attiva solidarietà che collega cittadino a cittadino. Il cristiano legittimamente non può chiedere alla politica niente di più ma nemmeno può rinunciare a queste esigenze.

Peraltro concepisce il dissenso, i contrasti ed i conflitti tra gli uomini distinguendo sempre l’errore – che combatterà fortemente – dall’errante, che è un’altra persona, magari priva del dono della fede, con la quale deve tentarsi ogni possibile ragionevole mediazione; il cristiano non si accomoderà mai all’estremismo ma affronterà i problemi con moderazione e disponibilità; il cristiano infine eserciterà tolleranza con tutto e con tutti, cercando di far prevalere un sistema che costruisca la società come comunità. Il politico, allora, è chiamato a riconoscere la dignità di chi avanza richieste, a rifiutare ogni forma di estremismo, ad essere tollerante nel servizio di tutti. Non è difficile pretendere, da chi eleggiamo per guidarci, di darci un esempio di vita ed una competenza effettiva nelle funzioni che esercita evitando di congregarsi in gruppi di potere economici, sociali, culturali e risparmiandoci l’incantesimo dell’impossibile, offerto con promesse impraticabili e improprie. •

Fabrizio Fabi

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Un commento

  1. La tragedia delle democrazie moderne è che non sono ancora riuscite a realizzare la democrazia.
    Jacques Maritain

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