Non solo treni bianchi

Stampa l articolo
unitalsiDue aerei e due treni sono partiti dalle Marche per l’annuale pellegrinaggio regionale al santuario di Lourdes. Due i vescovi che accompagnano i pellegini: mons. Gervasio Gestori, vescovo di San Benedetto del Tronto e mons. Gerardo Rocconi, vescovo di Jesi. La rappresentanza dalla diocesi di Fermo è consistente, partita in treno e in aereo.

Non sono i numeri però la cosa più importante di un pellegrinaggio, ma le esperienze che si vivono, i volti che si incontrano, le storie che si toccano, gli occhi che si illuminano non solo per la fioca luce di un flambeau, ma per la luce che proviene dalla grotta di Massabielle. Qui Bernardetta ha ricevuto un invito: “per favore puoi venire in questo luogo per 15 volte?”, “puoi bere e lavarti alla sorgente”, “puoi dire di venire in pellegrinaggio”, “puoi fare penitenza”. Il gruppo proveniente da Fermo aveva già stabilito alcuni momenti diocesani. Il martedì 17 luglio, ci si doveva mettere in cammino sui passi di Bernardetta. La pioggia ha impedito di fare tutto il percorso, ma ci si è accontentati di visitare il museo intitolato alla bambina che a 14 anni ancora non aveva ricevuto la Prima Comunione perchè non riusciva a tenere a memoria il catechismo.

Alle ore 22.30, un momento importante che si è ripetuto ogni giorno per tutti i pellegrini, ma anche per gli unitalsiani che sono rimasti a casa: la recita del Rosario. Chi non è partito per il pellegrinaggio sostiene i pellegrini con la preghiera. Alcuni gruppi sparsi per la diocesi di Fermo, già da qualche anno, si riuniscono insieme per sentirsi uniti e quindi chiesa pregando, a centinaia di chilometri, ma insieme. E si sente l’essere chiesa viva in cammino. Mercoledì è il giorno della visita alle varie chiese del Santuario mariano. Si visita la cripta, poi la chiesa superiore, infine la chiesa del Rosario. Non è possibile visitare la basilica sotterranea di S. Pio X perchè ancora invasa dal fango della alluvione di qualche settimana fa. Nel pomeriggio si percorre la via dell’acqua. È un percorso con 9 sorgenti che prendono il nome da alcune località bibliche.

Purtroppo l’alluvione ha spazzato via le fontane. Ma abbiamo ugualmente percorso la Via dell’acqua fermandoci sui basamenti ancora visibili e, qualcuno, in ristrutturazione. È importante vivere Lourdes non solo come gesto di devozione, ma anche come modo per capire i segni che ci circondano. E di acqua a Lourdes ce n’è in abbondanza. Giovedì è giorno di riconciliazione. La giornata inizia infatti con la liturgia penitenziale alla chiesa di S. Bernardetta. Il pellegrinaggio infatti è entrare nella grotta del peccato per incontrare la grazia divina. È vivere quello che è successo a Lourdes, dove in una grotta sporca e maleodorante, ricovero di porci e di legna secca, è apparsi la Vergine con il nome di “Immacolata Concezione”. Dopo dunque aver attinto alla grazia, il programma prevedeva la Via cucis per gli ammalati. Sulla riva destra del Gave, infatti blocchi si marmo di Carrara sono stati scolpiti per il Cammino della via della Croce. Venerdì è il giorno della Via Crucis per i pellegrini. È un po’ più difficile in quanto si inerpica su un monte.

Le stazioni sono sculture a grandezza naturale che aiutano il pellegrino a riflettere sulla propria vita e sulla croce che ognuno si porta dietro. Infatti durante la Via Crucis non ci portiamo la croce di legno, in quanto ognuno si tira dietro la propria croce che non può passare a nessuno. Vivere questo momento intenso di preghiera vuol dire recuperare il senso salvifico della penitenza: “Perchè con la tua santa croce hai redento il mondo”. La Vergine, poi chiese a S. Bernardetta di fare penitenza per la conversione dei peccatori. Dopo cena la emozionante e significativa processione con i flambeaux. Ognuno è chiamato a portare in mano una candela accesa. E si cammina. A volte durante il cammino si ha bisogno del vicino per riaccendere la propria candela, segno di fede. Ed è struggente vedere quanta luce un popolo in cammino può testimoniare. La luce è il podotto di qualcosa che si muove. Di un elettrone che salta da un’orbita all’altra, di un popolo che viaggia per centinaia di chilometri per testimoniare la fedeltà ad una Madre dolcissima.

Dopo la processione si recita insieme il Rosario e alla fine, i pellegrini della diocesi di FErmo, mettono insiemequalche spicciolo per acquistare alcune candele da accendere davanti all’immagine della Vergine. Sono il segno della nostra devozione e della nostra preghiera che anche domani continuerà, nonostante che sia il giorno di partenza. •

Rispondi