I genitori ritornano a scuola? E loro, neanche fossero impegnati in affari di stato, non raccontano nulla. Ma che voglia di scoprire ciò che si sono detti!
Il giorno dopo, a scuola, con alcuni racconti dei genitori più loquaci e qualche spiata, siamo riusciti a ricostruire la “strana” riunione.
Sembra che tutto sia iniziato in un Consiglio di Classe: i rappresentanti dei genitori hanno chiesto qualche aiuto agli insegnanti per comprendere meglio i loro adolescenti.
La prof Leombruni, insieme alle psicologhe Nadia e Caterina – già impegnate in un progetto di ascolto – hanno organizzato tre incontri, il primo, giovedì sera. Una mamma ha rivelato che la Prof aveva raccontato una storia. Parlava di Michele, un ragazzino che nascondeva un pacchetto di sigarette nella tasca del giubbotto; la madre se n’è accorta e ha spifferato tutto al marito che ha rimproverato il giovane. Da qui è nato il confronto; “Che cosa avresti risposto tu a Michele?” Chiedeva la prof ai nostri genitori? Mentre ascoltavamo le risposte, abbiamo avvertito comprensione nei riguardi di quelli che si comportano come Michele.
I genitori hanno fatto anche il gioco dei mimi, alla loro età; ognuno doveva esprimere un’emozione: la gioia, la rabbia, la paura e a Giovanni, il bidello, nonché papà di una nostra compagna, è toccato il “niente”.
Ora sappiamo perché si sentivano pazze risate provenire da quell’aula! Secondo la prof con quel mimo si impara che è impossibile non comunicare, sebbene spesso le relazioni siano complicate! Proprio come accadeva nel rapporto madre-figlia inscenato dalle aiutanti della prof: una mamma ordinata e precisa esce fuori di testa per il disordine arrecato in casa dalla ragazza! Poi, mentre la figlia chiede ascolto, la madre legge riviste, chatta e, rivolgendosi alla figlia, dice: “Parla, parla! Ti ascolto!”.
Ordinaria quotidianità, ma i genitori sostengono di aver trovato giovamento nella riflessione in comune e desiderano proseguire il corso.
Pare abbiano compreso quello che proviamo quando non ci sentiamo ascoltati: dovremo santificare la prof per l’impresa. Infine, è stata proposta loro l’attività “C’è posta per me”; come gli alunni, anch’essi possono fare richieste e suggerire proposte anonime, e attendere le risposte.
Siamo increduli: basterà questa “scuola serale” per far “rabbonire” i genitori? Alla più brutta, se vi fossero “ricadute”, potremmo sempre ricorrere alle attività di recupero! •
Classe Seconda C
Scuola Media Montefortino