Come ti chiami, dove vieni?
Mi chiamo Don Fulgence Bizindavyi, ma mi conoscono tutti come Don Fulgenzio. Vengo dalla Diocesi di Bururi nello stato del Burundi in Africa centrale.
Come mai sei qui in Diocesi di Fermo?
Sono qui come Fidei donum, cioè dono della fede, con una convezione Missionaria. Infetti da 2005 si è creata una collaborazione missionaria tra le due diocesi con l’accoglienza di due seminaristi al seminario arcivescovile di Fermo. Sono arrivato a Montegiorgio nel mese di ottobre 2013.
Hai incontrato difficoltà agli inizi del tuo servizio?
Certo, tutto sembrava e lo era difficoltoso in quanto era nuovo per me. Tuttavia tutto è proceduto nei migliore dei modi perché ho trovato una grande disponibilità e squisita accoglienza da parte del parroco, della comunità parrocchiale e delle singole persone, che mi hanno insegnato a fare i primi passi e pronunciare le prime parole in italiano, come un bambino.
Mi hanno incoraggiato, sostenuto e aiutato ad inserirmi in questo nuovo mondo.
Ho dovuto confrontarmi infatti con una chiesa diversa dalla mia per lingua, cultura, tradizioni e modi di fare. Questo invece di essere un ostacolo alla mia missione, è stato una opportunità di ricchezza pastorale, culturale e intellettuale.
Quali differenze hai notato tra le chiese?
La mia chiesa di provenienza è molto giovane – non ha più di 120 anni – c’è molto fervore e le vocazioni alla vita consacrata sono numerose, motivo per cui questa chiesa si apre verso le necessità delle altre chiese.
Questo risulta da una pastorale giovanile molto seria perché i ragazzi partecipano alla vita ecclesiale per canali di associazioni, movimenti e gruppi di cui sono loro stessi responsabili. Invece qui, ci sono pure dei ragazzi che fanno un cammino di fede aiutati dagli adulti, una cosa bella perché questi trasmettono la loro esperienza ai giovani e, nonostante un certo raffreddamento nel fervore collettivo come dappertutto, la fede c’è ed è ben radicata anche se non in modo generalizzato. Il futuro della chiesa è nelle mani di Dio ovviamente ma è anche nella gioventù.
Un’altra cosa che mi ha colpito favorevolmente è che qui l’iniziazione cristiana dei ragazzi non è lasciata ai soli catechisti, ma vedo molto impegnati in prima persona i sacerdoti.
Cosa chiedi al Signore?
O Signore, l’Africa e alcuni paesi dell’Asia e dell’America latina avevano bisogno di tanti missionari provenienti dall’Europa perché conoscessero il vangelo; oggi la situazione si è rovesciata, l’Occidente ha bisogno di una nuova evangelizzazione.
Ti chiediamo molta sensibilità ai bisogni missionari, lo Spirito di riconoscenza di quanto è stato fatto nell’evangelizzazione delle genti. Fa Signore che la collaborazione missionaria sia una occasione di crescita, di maturità, di apertura e di accoglienza e che dallo scambio dei Fidei donum scaturisca un incontro vero e sincero con Cristo che si fa conoscere nella sua Parola proclamata e trasmessa dagli operai apostolici.
Che la condivisione missionaria tra le chiese infonda nei cuori dei giovani la disponibilità a servire Dio nelle comunità parrocchiali.
Che la Vergine Maria interceda per i missionari di oggi affinché abbiano la speranza e la pazienza nel diffondere il vangelo di Cristo nonostante le fatiche e sofferenze.
Nell’incomprensione non si stanchino, nella persecuzione non si scoraggino, nell’indifferenza raddoppiano il vigore, nella non accoglienza testimonino con la Parola e la vita.
Maria Assunta in cielo e Regina della pace preghi per la missione nelle nostre chiese locali di Fermo e di Bururi. •