Sociale non vuol dire “politico”, “democratico” o “civile”. Il sociale emerge al di sopra dell’umano e del comunitario e poi impone leggi generali, globali, magari basate su un algoritmo. Certo un po’ di comunità resta dentro i sistemi sociali, ma la forma umana dominante è adattata al sociale; adotta l’indifferenza a cifra emotiva (guardare per non vedere) e prescinde dal legame e dalla relazione io-tu. Nel moderno le alternative esplodono (nasce il calcolo delle probabilità); ci si assicura contro un crescente rischio nel fare l’impensabile (nascono le assicurazioni) e il denaro stesso deve rendersi più trasportabile (lo si fa di carta). Tutto assume velocità e la nostalgia per il passato viene regolata dalla polemica (gli antichi sono migliori dei moderni?). Nel moderno il successo della comunicazione, a fronte dell’incremento di esperienze possibili, diviene prezioso.
Nascono i mezzi di comunicazione simbolicamente generalizzati (MCSG). Sono strutture che assicurano successo alla comunicazione perché mutano in probabile il fatto – assai improbabile – che una selezione di Ego sia accettata da Alter. Cioè Alter accetta la selezione di Ego, a partire dalla quale procede nella sue selezioni. Perché un maggior numero di azioni diviene socialmente possibile? Dall’alto, Dio non interviene in modo prevedibile (formula di contingenza) mentre la società lo fa solo dal basso.
Tra Dio e Clero non si crea un MCSG che agisca sul senso comune: la Religione inizierà a concedere l’uso di un MCSG ad altri sistemi sociali. Sarà l’inizio della fine della Religiosità Prima, quella che organava il pieno spazio simbolico tra la vita e la Morte. La Religione come sistema di azione non crea un MCSG specifico. In realtà uno lo ha, sono i Valori, ma incentivano decisioni individuali bloccandone altre e si lasciano scavalcare dai codici moralmente sterili di altri sistemi di azione.
La Religione resta un sistema sociale “troppo umano” e non potrà interpretare il factual in sè, come fanno tutti gli altri sistemi sociali di azione. La specificità della funzione della Religione è anche il suo limite sociale? I sistemi sociali dotandosi di MCSG si rendono autonomi da etero-direzioni, mentre in Religione le dinamiche selettive Ego/Alter non hanno vincolo operativo. Se uno paga chiude un ciclo di informazioni iniziato comprando un oggetto; tutto si compie all’insegna della evidenza codificata in un sistema di azioni.
In religione nulla si potrà compiere allo stesso modo, a meno che il Miracolo faccia irruzione dimostrando che la Fides è immediatamente factual, allineando l’intenzione umana con quella divina. Ma il Miracolo non può essere normale e sconta la sua inaccessibilità per una regolazione, oppure, con una Re-entry degli strumenti analitici sulla loro efficacia, si dirà che la Fede stessa è un Miracolo “eccezionalizzando” ciò che dovrebbe essere discreto.
Qual’è l’operatività normale del sistema religioso se è costretto a normalizzare-ritualizzare l’eccezionale? Oggi il dispositivo di ambientalizzazione dell’umano (post-human) mostra tutti i suoi limiti evolutivi: abbiamo bisogno che la Religione decida un MCSG, uno qualunque, capace di amplificare una deviazione. Ma per giocare la partita “nella” società. L’umano, espulso dagli altri sistemi sociali di azione cerca casa, ma vuole sentir parlare un linguaggio che lo faccia sentire inserito nelle dimensioni factual che ha adottato per rappresentarsi il mondo a partire dalle sue esigenze e produzioni di conoscenze. La religione deve smettere di essere “ambiente” per l’organizzazione di altri sistemi sociali, dentro i mondi della tecno-vita. Il destino dell’umano che è nel sociale non può non riguardare la Religione.
Rossano Buccioni