Qui il Giappone è di casa

Stampa l articolo
Anche quest’anno, venerdì 27 ottobre, i cattolici giapponesi sono venuti a visitare la nostra parrocchia. Hanno iniziato a venire qui una volta all’anno dal 2013, perciò questa è stata la loro quinta visita. Ormai è diventato un vero e proprio appuntamento annuale. Organizzano un pellegrinaggio in Italia per visitare il Vaticano, San Giovanni Rotondo, Loreto ed Assisi. E prima di andare a Loreto, fanno una sosta qui da noi. Questa volta sono venuti in 16, ma i membri del gruppo cambiano di volta in volta.
Quando sono arrivati, il nostro parroco Don Tarcisio ha dato loro il benvenuto in chiesa, spiegando la storia della parrocchia e della città di Porto Sant’Elpidio. Poi due sacerdoti, il filippino Padre Ferdi e lo slovacco Padre Paul, che guidavano questo pellegrinaggio, insieme con il nostro vice-parroco Don Matteo hanno celebrato la messa in giapponese. Don Matteo ha preparato alcuni cartelli da appendere alle pareti della chiesa, con alcune frasi giapponesi: “Gli Italiani e i Giapponesi in Cristo sono fratelli e sorelle”, “benvenuti ai fratelli e sorelle giapponesi”, “gli Italiani ed i Giapponesi sono in un solo corpo di Cristo”.
Don Matteo ha studiato Cinese e se la cava un po’ anche in giapponese. Questi cartelli hanno fatto sentire a casa i Giapponesi.
Alla fine della messa, Don Tarcisio ha regalato ai pellegrini dei quadretti della Sacra Famiglia sui quali era scritto: “Benedici questa famiglia”, e ha detto: “Portateli a casa vostra, in modo che le vostre famiglie possano esserne protette”.
Dopo la messa, il pranzo è stato servito nel salone. Le nostre parrocchiane hanno preparato tanti piatti squisiti della cucina italiana tradizionale. Gli ospiti giapponesi hanno commentato: “Questo pranzo è il più buono di tutti i pasti che abbiamo assaggiato fino ad ora, perché tutti i piatti sono fatti a casa e con amore”.
Mentre mangiavamo, chiacchierando e ridendo allegramente, ci siamo accorti che l’autista del loro pullman non era lì. Volevamo invitarlo ad unirsi a noi, così abbiamo chiesto al responsabile del viaggio dove potesse essere andato. Ha detto che probabilmente era andato a mangiare in qualche posto per conto suo, per sentirsi più libero. È stato un peccato, perché c’erano veramente tante cose buone anche per lui.
Il giorno dopo sono andata a fare la spesa in un negozio di alimentari vicino alla chiesa. La padrona del negozio mi ha detto: “Ieri è venuto qui l’autista del pullman e ha comprato un panino. E mi ha chiesto ‘ma che c’è di particolare in questa chiesa? Tutti questi Giapponesi sono venuti a visitarla, ma a me sembra che sia una chiesa qualsiasi, normalissima, mica come quelle di Loreto o Assisi!’”. Nemmeno la padrona del negozio aveva saputo rispondergli. E quindi mi ha ripetuto la stessa domanda: “Che c’è di particolare in questa chiesa?”
Io so cosa c’è, ed è qualcosa che non si trova nei luoghi sacri più famosi. Per spiegarlo meglio, riprendo le parole di Padre Hiroaki Kawamura, che ha guidato la primissima visita dei cattolici giapponesi alla nostra parrocchia 4 anni fa, nel 2013. Ha detto: “In passato ero già stato in Italia sette volte come pellegrino, ma non avevo mai avuto l’occasione di incontrare direttamente dei cattolici italiani in una parrocchia locale e reale, anche se avevo visitato famosi luoghi sacri come Assisi o il Vaticano, e visto tante grandi cattedrali con monumenti storici e statue famosi. È molto bello stare qui oggi fra i parrocchiani di questa chiesa e scambiare delle parole direttamente con loro. Spero di ritornare qui di nuovo l’anno prossimo, e di portare altri cattolici giapponesi per farli incontrare con i parrocchiani di qui. Spero di avere questa occasione d’incontro ogni anno d’ora in poi”. E stanno mantenendo la loro promessa.
Dunque la specialità di questa parrocchia è dare un benvenuto caloroso e offrire incontri fraterni alle persone vicine e lontane. Questa è la nostra particolarità. •

Kazumi Fujie

Rispondi