Se Le dico: vita da sindaco, cosa mi risponde?
Che è una vita dura, difficile, specie in questo momento. Probabilmente, ogni amministratore avrà avuto difficoltà…
La sua qual è?
Non è ben chiaro quello che dobbiamo fare. Poi, il Patto di stabilità è stato allargato anche ai piccoli comuni: un colpo di grazia. Sono orgoglioso di essere sindaco di Moresco. Nello stesso tempo vorrei avere i mezzi per fare qualcosa di più.
Spieghi i problemi?
Sono questioni burocratiche ed economiche. Ad esempio, pur avendo un avanzo di amministrazione questo non è utilizzabile. Non posso fare assunzioni, non posso fare interventi configurati come straordinari. Devo sempre arrivare al pareggio di bilancio: tanto incasso nell’anno solare tanto posso spendere. Comuni come i nostri non hanno risorse, non hanno poli industriali, non abbiamo zone di espansione, non abbiamo grosse cementificazione (questo magari grazie a Dio!). Nello stesso tempo non abbiamo gettito. Abbiamo pochissimo personale.
Vorremmo partecipare ai bandi, e vi partecipiamo, ma dobbiamo fare i salti mortali. Pensi che Moresco ha un solo dipendente-netturbino a tempo pieno (poi ci sono due impiegati part time).
Lei che fa?
Mi arrangio a fare tutto: dall’impiegato all’operaio. Non dovrei, ma debbo.
Cioè?
Mi è capitato di raccogliere la legna, di spazzare una strada, raccattare i sacchetti dell’immondizia: il dipendente-netturbino deve fare le ferie. Se lui, giustamente fa le ferie, chi bada alla piazza, al castello, al territorio, al cimitero, alle strade (sei chilometri), al parco, al verde pubblico, a rendere Moresco presentabile? C’è bisogno di continua manutenzione.
Si sente un po’ abbandonato?
I piccoli comuni sono del tutto abbandonati. È tutto sulle nostre spalle: un carico di responsabilità immenso. Il sindaco è la massima autorità nel territorio nello stesso tempo ha la massima responsabilità, tra cui l’incolumità pubblica…
Avete mai, voi sindaci di piccoli comuni, che so, scritto al Presidente Mattarella per denunciare questo stato di cose, per chiedere aiuto?
Al Presidente della Repubblica no, però esiste l’ANCI che conosce il nostro malessere. Purtroppo, il Patto di stabilità che era stato varato per i comuni superiori ai mille abitanti, ora è stato esteso a tutti. La situazione si è aggravata. Nonostante le proteste istituzionali, le cose sono peggiorate. Metteteci i tagli nei trasferimenti economici… Moresco vive quasi esclusivamente del fondo di solidarietà. Non ha, come dicevo, un gettito proprio.
Ci sarà pure un punto di forza.
Conservare, nonostante tutto, la bellezza del territorio. Noi sindaci minori lavoriamo in sinergia per rendere i paesi accoglienti.
Il mio sogno nel cassetto è veder tornare i bambini a giocare in strada, all’oratorio, in piazza. Purtroppo di bambini non ne nascono più. Facciamo fatica a mantenere la nostra scuola primavera. Ci investiamo, ma è dura. La stragrande maggioranza della popolazione è migrata lungo la costa alla ricerca di lavoro, e si capisce. Il sogno è rivedere un paese vivo. Sarebbe un bel mondo il nostro.
Avete gente di città, o stranieri, che è arrivata a Moresco?
Ce ne sono, stanno in campagna, hanno acquistato terreni. Hanno un’altra mentalità rispetto alla nostra. Vorrebbero che l’amministrazione facesse loro tutto. Invece, c’è una responsabilità personale di cui dovrebbero farsi carico: manutenzione dei loro spazi, pulizia. Comunque, sono gli unici investitori.
Migliorie da apportare?
La viabilità sicuramente, ma non ci sono bandi. Abbiamo partecipato a quello del Gal per la riqualificazione del centro storico. Ci tenevamo. Abbiamo ottenuto un finanziamento per la messa in sicurezza dell’edificio scolastico. Ma è, come dicevo prima, tanto dura. •