La Mostra “Vedute panoramiche diverse” aperta fino ad ottobre nella torre di Moresco.
Incontro al “Tomav” (Torre di Moresco Arti Visive) con le riflessioni sulla comunicazione massmediatica di Giulia Perugini riguardo l’artista Lamberto Pignotti. Che si intende per poesia visiva? Si tratta di una espressione artistica capace di rinnovare i procedimenti di composizione poetica attraverso le caratteristiche visive del testo in nuovi rapporti tra parola e immagine. I poeti visivi cercano soprattutto di superare la forma lineare della pagina scritta, per riorganizzare il messaggio riempiendo l’intero spazio della pagina, così come farebbe il pittore sulla sua tela. Le relazioni tra le parole non seguono solo le leggi sintattiche e metriche, ma tengono presenti le caratteristiche formali dell’insieme. Questo affascinante movimento d’avanguardia prende il largo da quei poeti che a fine dell’Ottocento avevano esplorato le possibilità espressive dell’elaborato tipografico del verso. Altre avanguardie avevano inserito nel dipinto elementi verbali, basti pensare al cubismo, al futurismo, al dadaismo e al surrealismo. Le opere realizzate da questi artisti sono generalmente testi formati da titoli, slogan, singole parole usate per il proprio intimo e autonomo significato. Inoltre, non ci si limita agli unici elementi testuali, ma ci si giova anche di materiali visivi tratti dai mezzi di comunicazione di massa che spaziano dalla pubblicità, ai rotocalchi, ai fumetti. La pagina, quindi, diviene una sorta di collage, in cui il testo non commenta le immagini, né queste illustrano il testo. Entrambi gli elementi restano autonomi nei significati o il più delle volte volutamente provocatori. È esplicativo tutto questo, in Lamberto Pignotti che nasce a Firenze nel 1926. Figlio d’arte, il padre è un pittore e quindi vive in un ambiente sensibile alla bellezza. La sua opera artistica avanza correlando segni e codici linguistici, del visivo, dell’udito, del gusto, dell’olfatto, del tatto, del comportamento, dello spettacolo. Due principi sono per lui fondamentali: la “parola” che accende il pensiero e la stimolazione dei sensi. Da questa straordinaria attività prendono vita le “Poesie e no”, le “cine-poesie”, le cassette logo-musicali, i libri oggetto di plastica, le poesie da toccare, da bere, da mangiare, i “chewing poems” e, naturalmente, le “poesie visive” sotto forma di collage su foto di cronaca, di moda, di pubblicità, ecc. Dal 19 settembre e per il mese di ottobre, la mostra “Vedute panoramiche diverse” a cura di Antonello Tolve, con l’approfondimento della Mostra di Giulia Perugini. La poesia visiva che inizia a diffondersi a partire dagli anni Sessanta. Pur nelle diverse impostazioni ciò che unisce tutti gli esponenti della “Poesia Visiva” è il progetto di fondare una nuova e alternativa forma d’arte che non escluda la poesia, l’immagine, la stessa arte pittorica ma che sia essa stessa un’arte generale del segno. In sintesi lo stesso Pignotti l’ha definita in modo appropriato come “Verso libero e indipendente”.
“Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino. Noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana. E la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento. Ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.”
Robin Williams – John Keating •