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Inni alla “mala-educacion”

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Non lasciare soli i bambini con chi canta che va bene drogarsi

Tre artisti, due episodi e una considerazione. Chi legge, poi, tirerà le sue conclusioni.
I tre artisti sono nati intorno agli anni Novanta, fanno Trap, un genere musicale che ai profani suona simile al Rap e all’Hip-Hop; tra la fine delle scuole elementari e l’inizio delle medie i bambini diventano loro fan; chi non ci crede, faccia una prova empirica e verifichi, a scuola o in parrocchia, quanti 10-12enni li conoscono e poi, se vuole, prosegua nella lettura.
Ne prendiamo tre, quasi a caso, citando alcuni tra i tantissimi passaggi sul tema droga e spaccio; i brani sono in italiano, ma necessitano di una sorta di traduzione di cui i giovanissimi non hanno certo bisogno, ma che al mondo adulto può risultare utile: in questa funzione ci facciamo aiutare dal sito specializzato genius.com.
Il primo artista è Ghali e queste sono sue parole. “Marijuana -tiene zombie i ragazzi della noche, Marijuana -tornano tardi tutti senza voce, Marijuana -è un chilo e mezzo, frate’, ad occhio e croce” (Brano “Marijuana”). Traduzione: “Chi fuma marijuana sta sveglio di notte in stato semi-cosciente come uno zombie e non ha più voce per quanto ha fumato. Più o meno questa marijuana è un chilo e mezzo”. E accora: “Sta bomba falla fare a me, io la faccio bene” (Brano “C***o Mene). Traduzione: “Preparo io questa canna, la so fare bene”.
Il secondo artista è Gemitaiz e queste sono sue parole. “Fumo questo fenicottero; la testa mi gira come pale di un elicottero” (Brano “Oro e argento”). Traduzione: “Per effetto della canna che sto fumando (lunga come il collo di un fenicottero) la testa inizia a girarmi”. E ancora: “Davanti alle guardie fai la verticale; a evitare le sirene frate siamo atleti; maratona, salto in lungo e cento metri (corri!)” (Brano “Oro e argento”). Traduzione: “Appena incrociamo la Polizia, ci improvvisiamo tutti atleti per non farci prendere con l’erba addosso”. Infine: “Baby accendo questa con i fra’ di fianco; tutti quanti in chimica col volto bianco; occhiali da sole pure sera tardi”. Traduzione: “La fame chimica causata dal consumo di marijuana porta ad impallidire: da qui il volto bianco. Portiamo sempre gli occhiali da sole per nascondere gli occhi rossi, effetto della marijuana”.
Il terzo artista è Sfera Ebbasta e queste sono sue parole: “I miei frà hanno la faccia da sobri? No, non credo proprio; frà mi piace coprirmi di maka”. Traduzione: “Mi piace fare uso di codeina e prometazina, due farmaci impropriamanete usati come droghe ricreative, estraendoli dallo sciroppo per la tosse Makatussin Comp, il Maka: l’operazione si effettua mescolando tale sciroppo con una bibita gassata, per creare una sostanza assai nota come Purple Drank” (Brano “Sobrio” di Izi). E ancora: “Sciroppo cade basso come l’MD; io non cado in basso, sono ancora in piedi” (Brano “Sciroppo”). Traduzione: “Durante la creazione della Purple Drank, quando lo sciroppo per la tosse viene versato in un liquido resta nel fondo del bicchiere, proprio come i cristalli di Extasy (MD) quando vengono messi in un liquido”. Infine: “Fumo troppa Marijuana: ho l’odore addosso come se l’avessi in tasca” (Brano “Bancomat”). Qui non serve la traduzione.
Ecco ora i due fatti. Il primo: nel mese di marzo 2018 gli insegnanti del liceo Parini di Milano in gita a Roma hanno chiamato la Polizia nell’hotel dove alloggiavano perché degli studenti 15enni erano in possesso di elevate quantità di marijuana, pare procurata da due coetanei “noti come fornitori” secondo l’Ansa. Il secondo, avvenuto nel maggio 2017: quattro studenti 14enni di Gambolò (PV), dove frequentavano la terza media, sono stati segnalati ai carabinieri dopo essere stati trovati in possesso di 7 grammi di marijuana, durante una gita scolastica a Trieste. In entrambi gli episodi siamo in presenza di quantità di droga oltre l’uso personale.
Infine, ecco la mia breve considerazione. Esiste una relazione diretta tra la narrativa degli idoli artistici e il comportamento dei fan, motivo per cui è divenuto imprescindibile sapere che tipo di messaggi pervengono ai bambini attraverso il sistema artistico mediale cui sono agganciati attraverso lo smartphone, per 24 al giorno e in assenza di figure educative e di verifica. A riprova, andrebbe ricordato il vecchio ”effetto Werther”: nel 1774 Goethe pubblicava il romanzo I dolori del giovane Werther il cui protagonista si suicidava perché innamorato della ragazza che avrebbe sposato il suo migliore amico. Alla pubblicazione del romanzo seguirono molti suicidi imitativi di giovani che leggevano il testo. L’effetto si ripropose anche nei Paesi in cui il libro venne tradotto. I processi di emulazione, che consentono sia di aggregare il gruppo sia di distinguerlo dalla massa, si attivano anche nella relazione tra i gruppi dei più piccoli ed i loro idoli, che divengono punti di riferimento etici e normativi. In questa relazione problematica, il mondo educante risulta non pervenuto: forse, si pensa, è troppo faticoso lottare anche su questo capitolo ed è meglio sperare che il problema passi da solo; forse è meglio fingere che bambini e ragazzini che ai primi caldi arriveranno nelle parrocchie come frequentatori o animatori degli oratori estivi non siano irretiti da una cultura in cui il bene e il male sono rovesciati, dove cioè chi non prova una sostanza psicotropa è lo sf***go, mentre è f**o e “grande” quello che lo fa prima degli altri. Eppure, non la perpetua di un vecchio parroco, moralista e nerovestita, ma gli psichiatri riuniti pochi mesi fa a Berlino per il loro Congresso Mondiale hanno detto a chiare lettere che, oltre ad anticipare la comparsa di psicosi, “l’uso di cannabis durante la pubertà è uno dei fattori di rischio principali per la schizofrenia”, come riporta anche Hannelore Ehrenreich sul sito di Scientific American. Detto questo, possiamo ancora lasciare i bambini medialmente soli con chi canta che va bene drogarsi e spacciare? •

Marco Brusati

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