Tu chiamale se vuoi… emozioni

Stampa l articolo

Civitanova: Percorso educativo all’affettività per genitori ed educatori

Il corso d’aggiornamento promosso dall’Associazione Italiana Genitori (Age) di Civitanova Marche, dopo le prime due relazioni, tenute dalla dott.ssa Stefania Cagliani, è proseguito con il laboratorio sulle emozioni proposto dal dott. Paolo Scapellato. Nel primo incontro (venerdì 6, sabato 7 aprile) si è scelto l’auditorium della Scuola Primaria “San Giovanni Bosco”, nel secondo (sabato 21 aprile), il teatro della Parrocchia San Carlo Borromeo. Il dott. Paolo Scapellato, psicologo, dopo aver ripreso alcuni concetti di fondo, ha proposto un’attività di gruppo sulla famiglia delle emozioni: collera, tristezza, paura, gioia, appartenenza, sorpresa, disgusto e vergogna. L’emozione è di breve durata, cambia facilmente, è poco controllabile, non facilita di pensare in modo razionale. Il sentimento è di lunga durata, è stabile nel tempo, si modifica lentamente, permette alla persona di valutarlo razionalmente.
Sono cinque le abilità da coltivare per una corretta educazione agli affetti e alle emozioni: avere consapevolezza della propria emotività, avere il dominio di sé, scoprire le proprie motivazioni, curare l’empatia e le abilità sociali. Dopo aver distinto le emozioni dai sentimenti, occorre trovare un giusto equilibrio tra la ragione e le emozioni, favorire il dialogo interno, godere delle emozioni positive, affrontare quelle negative, aumentare le conoscenze psicologiche, raggiungere un equilibrio psicofisico e acquisire la virtù della fortezza. La motivazione è la capacità di incanalare e armonizzare le emozioni dirigendole verso il raggiungimento di un obiettivo. Davanti agli insuccessi e alle frustrazioni, occorre reagire sempre attivamente con ottimismo e iniziativa. “I momenti di apparente sconfitta, diceva don Milani, non devono essere risolti con il pensiero rivolto alla moglie o ai figlioli, ma con la determinazione necessaria per pensare di fare qualcosa di diverso e più efficace domani mattina”. E’ una mia citazione fatta a braccio.
L’empatia è la capacità di riconoscere gli indizi emozionali degli altri e avere la sensibilità alle emozioni e alla prospettiva dell’altro. Le abilità sociali afferiscono alla capacità di gestire con efficacia le relazioni interpersonali, negoziare i conflitti, tendendo alla risoluzione delle situazioni e comunicare efficacemente con gli altri. I rischi di una cattiva educazione emotiva e la mancata conoscenza del funzionamento portano a una confusione tra emozione e sentimento. L’incapacità di raggiungere i propri obiettivi genera insoddisfazione per il proprio operato e a una bassa autostima.
Gli obiettivi da raggiungere per una buona educazione emotiva sono: identificare e denominare i sentimenti e le emozioni, saperli esprimere, valutarne l’intensità, controllarli, rimandare la gratificazione, tenere a bada gli impulsi, ridurre lo stress e conoscere la differenza tra sentimenti e azioni. Questi sono i consigli per una buona educazione emotiva: fungere da modello, stimolare e incoraggiare l’uso di competenze già acquisite, parafrasare, porre domande a finale aperto, usare il gioco dei perché, avere pazienza e tenacia, usare flessibilità e creatività, adattabilità alla crescita.
Educare ai sentimenti significa aiutare il proprio figlio a maturare dal punto di vista affettivo e cioè raggiungere la capacità di gestire il mondo emotivo e sentimentale, passare da una razionalità emotiva ad una razionale. Perché educare ai sentimenti? Per avere la capacità di voler bene a qualcuno, per non essere annullati dalle emozioni negative, per stabilire relazioni affettive durature, per raggiungere l’equilibrio psico – fisico. Quali sentimenti educare? I sentimenti principali sono: amore / amicizia, odio, felicità. Educare all’amore vuol dire essere amabili, esprimere l’affetto, saper voler bene, tollerare le ferite, saper rispondere ad esse, distinguere la normalità dalla patologia, mantenere la libertà dagli affetti. Il contrario dell’amore è l’odio. E’ importante educare a non essere odiosi, non covare sentimenti di rabbia, comprendere le cause del comportamento altrui, scegliere l’aggressività e non esserne schiavi, salvaguardare sempre la propria serenità, coltivare il distacco emotivo (Se c’è rimedio, perché ti arrabbi? Se non c’è, perché ti arrabbi?), interrompere le dinamiche croniche dell’odio.
Educare alla felicità vuol dire insegnare la differenza tra gioia e felicità, spingere alla “conquista” e non al semplice “ottenere”, far capire che la felicità ha un prezzo, comporta rinunce, sacrifici e fatica, costruire una mentalità e una vita “ordinata”, trasmettere la passione per le piccole cose e per i veri valori, il mondo ha un suo regolamento, che non corrisponde spesso a quello che vorremmo. L’evoluzione affettiva dei ragazzi avviene attraverso quattro fasi: subire, osservare, elaborare e agire. Fino a quando non raggiunge la capacità di ragionare sul proprio mondo interiore, il bambino “subisce” le emozioni e i sentimenti da parte dell’adulto. Può sentirsi amato o non amato, accettato o odiato, schiacciato o stimolato. Quando sperimenta questi sentimenti, egli cerca di comprenderne il motivo e le dinamiche: osserva il comportamento dell’altro per capire come deve comportarsi e acquisirà di conseguenza le modalità che riscontra più di frequente. La capacità di elaborare è raggiunta in età adolescenziale. Il ragazzo comincia a ragionare su quanto accade attorno a lui. Le sue reazioni divengono così vere e proprie strategie scelte. E’ in questo momento che sceglie se adattarsi alle modalità osservate o se agire diversamente. Individuata la strategia, il ragazzo s’impegna a portarla a termine. Il suo carattere inizia a determinarsi in maniera stabile.
Il genitore quindi ha il compito di accompagnare il figlio in questo percorso: esprimendo sani sentimenti, fornendo validi modelli comportamentali, aiutandolo a conoscersi e a ragionare, correggendo i suoi comportamenti disfunzionali. In conclusione, non possiamo essere educatori affettivi se non siamo capaci noi di fare ciò che chiediamo ai nostri figli. Ricordiamo sempre che l’amore verso i nostri figli è incondizionato. Dobbiamo sempre esprimere le nostre emozioni e i nostri sentimenti, sia quelli negativi sia quelli positivi. Non dimentichiamo mai che loro non ci hanno chiesto di metterli al mondo, che solo nella libertà e nell’amore si può maturare: “Non c’è libertà senza amore e non c’è amore senza libertà”!
Venerdì 18, dalle ore 15,00 alle 19,00 e sabato 19 maggio, dalle 8,30 alle 12,30, il dott. Ezio Aceti, psicologo, concluderà il percorso di educazione all’affettività, toccando il tema dell’educazione alla sessualità presso l’auditorium della Scuola Primaria “San Giovanni Bosco” di Civitanova Marche. •

Rispondi