Introduzione del preside e intervento di un’ascoltatrice
Buongiorno a tutti.
Un cordiale saluto, da parte mia e del preside di questo Istituto don Enrico Brancozzi e a tutto il Corpo Docente, a tutti i presenti che rendono bella e coinvolgente questa inaugurazione dell’anno accademico.
Accogliamo con particolare calore il Card. Gualtiero Bassetti che rende particolarmente solenne questa circostanza con la sua presenza e con la sua parola. Grazie eminenza. La sua presenza si inserisce nella centenaria tradizione di questo seminario fondato ben 450 anni fa e che ha visto visite illustri come la sua, come quella di san Giovanni Bosco e del Card. Montini ora San Paolo VI.
Un caro saluto al nostro Arcivescovo Rocco e a tutti i vescovi e presbiteri presenti che sottolineano come questo evento è evento di comunione nella Chiesa e per la Chiesa Marchigiana ed Italiana. Tra i vescovi un particolare saluto al presidente della Cem e Moderatore del nostro Istituto Teologico Marchigiano Mons. Piero Coccia. Siamo particolarmente lieti di avere in mezzo a noi le autorità civili e militari che sottolineano l’interesse verso il nostro Istituto Teologico ed il nostro essere radicati in un territorio: grazie del vostro servizio alla comunità civile di cui anche noi siamo parte. Grazie alla presenza del Prefetto Dott.ssa Maria Luisa D`ALESSANDRO e del Questore Luciano Soricelli e dei sindaci presenti della nostra arcidiocesi e delle altre autorità civili e militari
La Riflessione del Card. Bassetti “Ricerca teologica per un rinnovato impegno socio-politico dei cattolici” vorrebbe dare una particolare angolatura a questa inaugurazione, aiutando gli studenti di teologia e la realtà ecclesiale e civile qui presente a promuovere quel dibattito dove i cattolici tornino ad essere presenza attiva nella scena politica italiana, così controversa. Siamo convinti che l’approfondimento teologico potrebbe dare il proprio contributo a questo scopo.
Sarebbe interessante che nel corridoio del nostro istituto gli studenti di teologia tornassero come qualche decennio fa ad appassionarsi su come unire il Vangelo ad un rinnovato impegno socio politico, nella ricerca continua del bene comune degli uomini e le donne del nostro tempo.
Oggi come mai in questo tempo di difficile interpretazione, siamo autorizzati come Chiesa a proporre un comodo spiritualismo, pensando come specifico della missione ecclesiale l’annuncio di una fede disincarnata ed equidistante dai dolori e le ansie dell’umanità. Tornano attuali le frasi di C. Peguy quando rimproverava i cattolici, che in nome della purezza della fede avevano fondato un ipotetico “partito dei devoti” : Poiché non hanno il coraggio di essere del mondo, credono di essere di Dio. Poiché non hanno il coraggio di essere di uno dei partiti dell’uomo, credono di essere del partito di Dio. Poiché non amano nessuno, credono di amare Dio.
Lo studio della teologia che ci mette a contatto con tanti uomini e donne appassionati di Dio e del messaggio evangelico da trasmettere ci aiuti a trovare il giusto equilibrio tra ascolto ed annuncio. In fondo diceva 25 anni fa il card. Ratzinger «non esiste la nuda fede o la pura religione. In termini concreti, quando la fede dice all’uomo chi egli è e come deve incominciare ad essere uomo, la fede crea cultura. La fede è essa stessa cultura». •
Un vestito troppo stretto
Auditorium Seminario di Fermo, 3 novembre, ore 10,15. Relazione del Cardinale Bassetti.
In attesa di qualcosa di nuovo mi dispongo all’ascolto. Un nuovo pensiero lo vedo nascosto tra le righe ben scritte e ordinate di un racconto già noto: bello, sicuramente, ma di carattere omiletico che, a dire il vero, non credo possa più essere sufficiente per chi sta già andando verso direzioni diverse.
Sento, improvvisamente, una profonda solitudine dentro di me pensando alla Chiesa che considero la mia casa, la mia famiglia e che, tuttavia mi sta lasciando la mano perchè io devo andare oltre. Le cose di un tempo oggi le vedo con gli occhi preoccupati di chi deve indossare un vestito che non riesce ad infilarsi per via del tempo che è cambiato e delle nostre trasformazioni reali. Scopro, nel mio tempo, la meraviglia di essere un essere pensante, un pensiero che si dilata, sa confrontarsi con il pensiero contemporaneo senza timore e non si spaventa mai del nuovo che avanza e che può essere, con grande guadagno a servizio dell’umanità. Il nostro Dio sarà fiero dei suoi figli provenienti da ogni parte di questo Pianeta purchè l’intelligenza e la passione per la vita portino all’incontro pacifico e solidale riconoscendosi simili in un cammino verso una meta comune.
Sono una semplice donna ma attingo la mia forza dall’Amore che sa farsi profezia e che vede davanti a sé non una mano con l’indice alzato ma una mano spalancata per stringere coloro che stanno andando alla deriva: essere trascinati insieme, poiché anche con i frammenti di questa umanità in attesa, si possono ricostruire ambienti dove la vita possa rinascere e vivere l’esperienza reale dell’amore. Questo è il mio sogno. Non smetterò mai di sognare le meraviglie che possono sempre germogliare accendendo la speranza. Il sogno per i bambini equivale a credere che tutto possa essere possibile in un mondo fantastico. Il sogno per gli adulti, è già realtà da costruire. •
Angela P.