Ormai solo un Dio ci può salvare

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Questa frase non viene da un qualche papa, ma è di Martin Heidegger (1889-1976), uno dei più profondi filosofi tedeschi del secolo XX in un’intervista concessa al settimanale Der Spiegel il giorno 23 settembre 1966, ma resa nota soltanto il giorno 31 maggio 1976, una settimana dopo la sua morte. Heidegger è sempre stato un acuto osservatore dei destini spaventosi della nostra civiltà tecnologica. Per lui, la tecnologia come intervento nella dinamica naturale del mondo a beneficio umano è entrata a tal punto nel nostro modo di essere, che si è trasformata in una seconda natura.
Dove andiamo? È in questo contesto di indagini che Heidegger ha pronunciato la famosa e profetica sentenza: “La filosofia non potrà realizzare direttamente nessun cambiamento dell’attuale situazione del mondo. Questo non vale solo per la filosofia, ma principalmente per tutta l’attività del pensiero umano. Solamente un Dio ci può salvare (Nur noch ein Gott kann uns retten). Per noi resta l’unica possibilità nel campo del pensiero e della poesia la quale significa preparare una disposizione per l’apparizione di Dio o per la sua assenza in un tempo di tramonto (Untergrund); dato che noi, di fronte a un Dio assente andiamo a sparire”.
Quello che Heidegger afferma viene pure gridato da notevoli pensatori, scienziati e ecologi. O cambiamo direzione oppure la nostra civiltà mette a rischio il suo futuro. Il nostro atteggiamento è di apertura a un avvento di Dio, quella energia poderosa e amorosa che sostiene ogni essere e l’intero universo. Lui ci potrà salvare. Questo atteggiamento è ben rappresentato dalla gratuità della poesia e del libero pensiero. Siccome Dio secondo le scritture è “il supremo amante della vita” (Sapienza, 11,24) speriamo che non permetta una fine tragica per l’essere umano. Esso esiste per brillare, convivere e essere felice. (Leonardo Boff) •

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