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“FRAGILE… MANEGGIARE CON CURA”

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Sentito questo slogan, non ho potuto fare a meno di pensare ai giovani con i quali quotidianamente mi confronto prestando il mio servizio in parrocchia!
Si perché, partendo da questa frase, con la quale il relatore Don Carmine Arice ha iniziato il suo intervento al Convegno Diocesano di Pastorale della Salute tenutosi lo scorso otto febbraio all’“Auditorium Franceschetti” (seminario Arcivescovile, Fermo), il mio pensiero ha subito avvicinato all’interno del concetto di “fragilità”, sia la situazione in cui molti ammalati si trovano (indicata da don Carmine nel suo intervento), sia quella sperimentata dai bambini e dai giovani che vivono in situazione di fragilità pur non essendo ammalati!
I dati presentati all’incontro non sono stati rassicuranti anzi, dovrebbero farci pensare e subito farci attivare! Da cristiani infatti siamo chiamati a fare “AZIONE” senza se e senza ma, ognuno secondo le proprie possibilità!
Purtroppo la “pastorale della salute” viene spesso associata ai cristiani di “mezza età” o comunque “adulti”, ma questo non è vero. Anche i più giovani possono (e devono) essere educati a fare la loro parte già adesso, portando la gioia e l’entusiasmo che li contraddistingue, maturando così nel tempo quella sana e viva esperienza di Chiesa prossima ed attenta alle fragilità, che li porterà ad essere cristiani attivi che si occuperanno di pastorale della salute “domani”.
Non possiamo dimenticarci di educare i nostri giovani alla comunione, alla compassione e alla consolazione… solo così potremmo garantire che la cultura di assistenza, di volontariato e di vicinanza ai “fragili” che da sempre ha contraddistinto l’essere cristiano, possa tramandarsi e continuare nell’azione missionaria della Chiesa volta ai fratelli bisognosi. Per questo sarebbe utile e bello, anche a seguito dell’invito ad attivarci in questo senso da parte di Don Carmine, iniziare un percorso di pastorale della salute per i giovani. Un percorso mirato a far scoprire la bellezza del donarsi e del servizio agli altri, con incontri strutturati in cui la malattia non dev’essere vista unicamente come sofferenza da alleviare ma anche come situazione in cui la vicinanza e la fraternità porta alla vera gioia! •

Matteo Facchino

Parrocchia SS Annunziata di Montecosaro Scalo

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