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Mettere al mondo Mettere alla luce

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Suggestioni dalla XXVIII Giornata Mondiale del Malato.

Caro Direttore,
la mia narrazione del convegno sulla Pastorale della Salute parte dal “day after”, dal giorno dopo, quando, sollecitato dagli appunti presi quella mattina, mi sono procurato ed ho iniziato a leggere il libro di Carmine Arice, relatore del convegno.
La prima citazione dal libro del Superiore Generale della Famiglia Cottolenghina che mi ha offerto materiale di riflessione: “La nostra è una società neurotipica”.
Così la definisce Federico De Rosa, autistico. Una società ingabbiata nei propri parametri di sanità, di “normalità”: se non vi rientri ricevi il marchio del DIVERSO. Secondo spunto, tratto da Susanna Tamaro: “Amore generativo versus amore oblativo”. Subito mi è balzata in mente la strofa di una poesia-canzone di don Tonino Bello, L’ala di riserva: “Non basta mettere al mondo/bisogna mettere in luce”. Ecco l’amore oblativo. Fantastica Tamaro e fantastico don Tonino.
E vengo al convegno, ai molti spunti che mi ha offerto. Spunti, e conferme, tanto più stimolanti per il papà di una ragazza affetta da ritardo psicomotorio, che oltretutto si occupa per professione anche della formazione degli operatori sanitari, medici, infermieri, tecnici sanitari.
Il relatore è partito dal documento del 2009 della CEI “LETTERA AI CERCATORI DI DIO”. Siamo tutti cercatori di felicità, che però debbono fare i conti con la fragilità, in tutte le sue accezioni: una fragilità che riguarda la povertà economica, di salute, culturale, spirituale. Ha proseguito cucendo sapientemente insieme 3 altri documenti: L’articolo 32 della Costituzione Italiana sul diritto alla salute (Roma 1948); La dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (Parigi 1948); Evangelii Gaudium (EG, 2013), documento programmatico del pontificato di papa Francesco.
Nei miei appunti ho sottolineato il passaggio sulla urgenza di CURARE TUTTO l’uomo, la salute nella sua integralità: fisico-biologica, psichica, sociale, culturale, e fra un po’ emergerà l’urgenza di pensare anche la salute ambientale.
Citando a più riprese papa Francesco, don Carmine ha insistito sulla urgenza di passare dalla cultura della prestazione alla CULTURA DELLA RELAZIONE. Perché il grande nemico del nostro tempo è l’assenza di significato.
Ma la nota forse più sorprendente, che mi ha offerto spunti di riflessione per fare, da vecchio scout, il mio “punto della strada”, è stata una citazione di EG. Dopo aver ribadito al n°199 l’opzione preferenziale per i più poveri, al n°200 leggo: “Desidero affermare con dolore che la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale”. Tanti stimoli ed alcune conferme.
Penso alla necessità di creare nel proprio territorio una rete di relazioni rivolte ai malati e agli anziani non autonomi di cui il servizio sanitario fa sempre più fatica a prendersi carico. Penso alla urgenza di ridisegnare “più a misura di umanità” le nostre città, a partire dalle case di riposo che spesso sono un grosso affare economico, più che “attenzione spirituale” di cui parla EG 200. Da queste riflessioni sul convegno ha trovato preziose conferme il progetto , di mia moglie e mio, di un appartamento-famiglia per ragazzi disabili. Ecco il semino del “CO-HOUSING” che nel nord Europa e in alcuni centri del nord Italia è già realtà, che come ministri straordinari della comunione dovremmo fare crescere nei nostri territori.
In questa prospettiva confido molto nel progetto culturale che il Servizio per la Pastorale della Salute potrebbe imbastire e coordinare per tutta la diocesi. •

Giorgio Barbatelli

Min. str. Comunione – Parr. S. Paolo Civitanova M.

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