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L’arte del traforo artistico

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Il lavoro artigianale consiste nel ritagliare e forare tavole di legno con piccolissime lame di acciaio. La storia di Filippo Talamonti

“Le passioni sono grandi emozioni che scuotono la nostra vita, la catturano e la spingono verso mete meravigliose.” (Emanuela Breda)
Fino a qualche tempo fa nelle nostre vite esisteva un chiaro limite tra il lavoro e le passioni. Il lavoro era inteso come un luogo severo e un po’ grigio, della responsabilità, del sacrificio, mentre le passioni come luogo dell’evasione, del desiderio a volte per necessità, inespresso. Gli interessi extra potevano essere intesi come distrazioni. Oggi le cose sono cambiate, le passioni colte anche come interessi personali sono davvero un fattore molto importante e di completamento del sé. Le passioni, spesso nascono e vivono custodite dentro di noi come tesori preziosi. Le riscopriamo magari da adulti, dopo anni di tutt’altra attività. Poi un bel giorno, per le più svariate circostanze, ritorna quel sogno sopito che fa emergere quella creatività innata che unita alla materia, come ad esempio attraverso il traforo artistico, prende forma. Ritrova così Filippo quell’interesse atteso e voluto che può essere definito pari ad un amore. Un bisogno che nasce dai ricordi d’infanzia quando il maestro Silvio Ciabò, a Pedaso, insegnava ai bambini di Scuola Elementare oltre che a leggere, scrivere e far di conto, i famosi lavori manuali alle prese con archetto e seghetto. Questo è quello che è accaduto a Filippo, che dal legno con dedizione ha realizzato il suo primo risultato artistico.
Filippo Talamonti vive a Pedaso con la moglie Maria Luisa. All’interno della sua attività ricettiva nella cittadina, ha ricavato uno spazio, esprimendosi in tutta la sua creatività in un luogo intimo che profuma di buon legno.
Il tempo libero a disposizione non manca, dopo tanti anni di lavoro, lo dedica così a realizzare piccole sculture, decori, ornamenti, utilizzando la tecnica del traforo artistico appreso fin da bambino. Plasmare il legno è un’arte antica che ci riporta ad un mondo arcaico e profondo. Il passaggio dal mondo lavorativo alla pensione ha comportato per Filippo un cambio molto importante delle abitudini. Procedere dai ritmi frenetici di un’attività impegnativa a tempi molto più rilassati, gli avrà fatto nascere la fatidica domanda: “Cosa farò con così tante ore a mia disposizione?” Ecco allora l’idea giusta che riesce a dare nuova vita alla materia, partendo da quella dote innata che si unisce ad una tecnica richiedente buon gusto e precisione. La lavorazione del legno diventa sempre più rara pur essendo un’arte preziosa che non deve andare perduta. La creatività va valorizzata attraverso sapienti mani capaci di trasmettere anche le tradizioni. Filippo ha dato vita a questo grande desiderio, coltivato grazie al suo primo maestro che ricorda ancora con profonda stima e grazie al quale ha sviluppato talento, amore e quella volontà del produrre il bello, che fanno emergere da ogni pezzo unico la sua anima artistica.
La Poetessa Alda Merini così scrisse a proposito del legno e della sua intima bellezza:
“La parola del legno
non è uniforme,
è una polifonia
di rumori ardenti
che hanno come diapason
le foglie mosse dal vento”. •

About Stefania Pasquali

Stefania Pasquali nativa di Montefiore dell'Aso, trascorre quasi trent'anni nel Trentino Alto Adige. Ritorna però alla sua terra d'origine fonte e ispirazione di poesia e testi letterari. Inizia a scrivere da giovanissima e molte le pubblicazioni che hanno ottenuto consenso di pubblico e di critica. Docente in pensione, dedica il proprio tempo alla vocazione che da sempre coltiva: la scrittura di testi teatrali, ricerche storiche, poesie.

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