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RUBRICA “ASCOLTA, FIGLIO” a cura della Famiglia Monastica delle Suore Benedettine di Fermo
31 MARZO 2024 – PASQUA DEL SIGNORE – MC 16, 1-8
FERMO (31 MARZO 2024) – Maria, come nell’antico detto medioevale di cui sopra, corre nel cuore della notte,
devastata dal dolore per aver perso il suo adorato Maestro.
Era buio fuori, ma anche nel suo cuore per la perdita di Colui che l’aveva davvero
capita e liberata dal male che la schiavizzava.
Correva a perdifiato per trovare il suo corpo e completare la sepoltura, ma- con
grande sgomento- trova la pietra tolta ed il sepolcro vuoto.
Si allontana in preda all’angoscia e alla paura e corre trafelata in cerca di Pietro e
degli altri per condividere la notizia e le sue emozioni.
Sente forte il senso dell’appartenenza alla comunità, il luogo dove il Maestro era di
casa.
Non può far a meno di essa, rivolgendosi ‘in primis’ a Pietro, la pietra sulla quale
Gesù ha edificato la sua Chiesa.
Due di loro corrono e constatano ciò che aveva loro detto, entrano e vedono dei chiari
segni, comprendono e credono- risvegliando la memoria- a ciò che Gesù aveva loro
annunciato.
Quel pianto straziante di persona innamorata e quella corsa inarrestabile sono per noi
uno sprone a fare di Gesù il centro del nostro cuore, come dice S. Benedetto nella sua
Regola: “Nulla anteporre all’amore di Cristo” (RB 4,21)
Arrivano come uno schiaffo alla nostra indifferenza, apatia e dimenticanza.
Abbiamo bisogno anche noi di ‘rimotivarci’ per correre come Maria con rinnovato
slancio, di cercarlo con cuore ardente, pur rimanendo fragili, deboli. La pietra del
nostro cuore è rovesciata: Cristo Risorto viene a fare luce, a dirci che il suo Amore è
più grande del nostro peccato!
Accogliamolo, facciamogli spazio, lasciandolo entrare nei nostri dubbi, nelle nostre
ferite, nelle nostre attese e soprattutto nelle nostre paure.
“Al cristiano — come un giorno ad Abramo — il Signore dice: «Esci…!». «Esci dalle
tue "opinioni separate" per entrare pienamente in quella fede che la Chiesa si gloria di
professare. Esci dalle tue ricchezze che tendi a godere egoisticamente… Esci dal tuo
peccato che ti avvelena il cuore, e vai verso la novità dei Cristo… Esci di "casa”, dal
caldo delle pareti domestiche dove tendi a ignorare i drammi dei fratelli, e allarga la
cerchia dei tuoi interessi… Esci dalla tua sete di dominio e cerca di fare della tua vita
un servizio d’amore. Esci in campo aperto e prendi la strada dei Vangelo… Semina la
gioia gridando silenziosamente con il tuo comportamento che Cristo ti rende felice.
Grida con la vita che Cristo è vivo, e che la Chiesa è il luogo e lo spazio ove si attesta
che Lui è il Signore risorto… Questo è il modo più autentico di cantare l’Alleluia
pasquale» (M. Magrassi).
La Pasqua, dunque, è correre, avere fretta di uscire da se stessi per rivestirsi
dell’uomo nuovo ed entrare in rinnovata comunione con i fratelli, come ci esorta
Papa Francesco:
“Cristo è risorto, è veramente risorto, come si proclama nelle Chiese di Oriente:
Christòs anesti! Quel veramente ci dice che la speranza non è un’illusione, è verità! E
che il cammino dell’umanità da Pasqua in poi, contrassegnato dalla speranza, procede
più spedito. Ce lo mostrano con il loro esempio i primi testimoni della Risurrezione. I
Vangeli raccontano la fretta buona con cui il giorno di Pasqua «le donne corsero a
dare l’annuncio ai discepoli» (Mt 28,8). E, dopo che Maria di Magdala «corse e andò
da Simon Pietro» (Gv 20,2), Giovanni e lo stesso Pietro “corsero insieme tutti e due”
(cfr v. 4) per raggiungere il luogo dove Gesù era stato sepolto. […] A Pasqua,
insomma, il cammino accelera e diventa corsa, perché l’umanità vede la meta del suo
percorso, il senso del suo destino, Gesù Cristo, ed è chiamata ad affrettarsi incontro a
Lui, speranza del mondo. Affrettiamoci anche noi a crescere in un cammino di
fiducia reciproca: fiducia tra le persone, tra i popoli e le Nazioni. Lasciamoci
sorprendere dal lieto annuncio della Pasqua, dalla luce che illumina le tenebre e le
oscurità in cui troppe volte il mondo si trova avvolto.
Affrettiamoci a superare i conflitti e le divisioni e ad aprire i nostri cuori a chi ha più
bisogno. Affrettiamoci a percorrere sentieri di pace e di fraternità.
Buona Pasqua.”
La Famiglia monastica Benedettina
di FERMO