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Educare oggi

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leolucaorlandoSi è tenuta, venerdì 7 giugno 2013, al cine-teatro “Conti” di San Marone, la prevista tavola rotonda sul tema: “Educare oggi” metodi educativi a confronto. I relatori invitati rappresentavano voci diverse del panorama associativo: don Giovanni D’Andrea, sacerdote salesiano, Francesca Pagnanini, consigliere nazionale dell’Azione Cattolica Ragazzi, Gualtiero Zanolini, membro del movimento Scout. Il pubblico è accorso numeroso, un centinaio circa le presenze tra ragazzi, giovani, adulti ed anziani, in rappresentanza delle diverse realtà parrocchiali: Savio Club, Scout, Salesiani Cooperatori, Exallievi don Bosco, Catechiste, Caritas Parrocchiale.

Il parroco, don Giovanni Molinari, ha fatto gli onori di casa presentando i relatori. Francesca, di professione ingegnere, una vita nelle file dell’Azione Cattolica Ragazzi, ha delineato in breve i punti di riferimento essenziali del movimento. L’educazione va coniugata strettamente con la formazione, ponendo al centro di tutto: il vangelo, la vita dei ragazzi e delle loro famiglie. Attenzione e cura della persona, accompagnamento, servire ciò che è essenziale nel rispetto dei tempi e dei linguaggi propri del nostro tempo, questi sono i nuclei tematici attorno ai quali ruota la proposta dell’Azione Cattolica Ragazzi. Imparare dalla vita vissuta attraverso la testimonianza diretta, dare valore all’esperienza, il gioco mai fine a se stesso ma come occasione di incontro con l’altro, cammini progressivi, personalizzati e modulari, intercettare le domande dei ragazzi, questi i criteri metodologici che vengono seguiti a livello nazionale.

I ragazzi sono amati dal Signore, ha concluso Francesca e di questo dobbiamo sempre ricordarci. “Evangelizzare educando ed educando evangelizzare”, il motto di don Viganò, già Rettor Maggiore dei Salesiani, è stato l’incipit dell’intervento di don Giovanni D’Andrea, assieme ai capisaldi del sistema preventivo di don Bosco: ragione, religione ed amorevolezza. Gesù si è annunciato a tutti. I laici sono corresponsabili nella missione. Gli oratori sono ponti tra la chiesa e la strada. Occorre sempre trovare una alleanza educativa con le famiglie dei ragazzi, queste le proposte iniziali contenute nell’intervento di don Giovanni D’Andrea, già direttore del “Santa Chiara”, l’opera salesiana di Palermo, nella quale ha prestato la propria opera per ben dodici anni.

L’oratorio salesiano di “Santa Chiara”, posto nel cuore del più antico mercato di Palermo, “Ballarò”, è stato ed è tuttora il punto di incontro per tutti i ragazzi che vivono situazioni di disagio. Vi arrivano anche ragazzi che abitano nei quartieri bene della città, perché possono trovarvi droga a buon mercato. Un altro fenomeno legato al quartiere è quello delle corse clandestine di cavalli che si tengono di notte sui viali di circonvallazione. Prevenzione, dialogo e rispetto delle differenze, i principi ispiratori dell’Opera Salesiana della città. Nel quartiere sono presenti ben ventisette comunità di etnie diverse. I risultati, col tempo sono arrivati. È stata creata una vera e propria cooperativa sociale “Santa Chiara”, per risolvere con un doposcuola il problema degli abbandoni scolastici, facendo rete con le altre istituzioni, per abbattere o comunque contenere il consumo della droga da parte dei ragazzi, favorire l’inserimento e l’integrazione degli immigrati.

Il sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando ha conferito la cittadinanza onoraria a Don Giovanni D’Andrea per il suo lavoro svolto a favore della promozione umana e sociale e per aver avviato felicemente processi di integrazione ed inclusione sociale a favore degli immigrati. Lo scautismo, ha detto Gualtiero Zanolini, docente di Psicologia delle emozioni all’Università di Ginevra, non si può raccontare perché essere scout significa “Fare qualcosa insieme”. Presente in ben 200 paesi, il movimento Scout muove trentadue milioni di ragazzi e ragazze distribuiti in ogni angolo del mondo.

L’esperienza è il punto di partenza di ogni proposta scout. L’esperienza produce in noi delle sensazioni che si traducono in emozioni: gioia, paura, disgusto. Il limite grande che oggi gli adulti vivono, per questo si parla di emergenza educativa, va ricercato nella loro incapacità di dare senso alle cose che fanno. Non ci si interroga più sul senso delle esperienze che facciamo, per questo non riusciamo più a tradurre l’emotività con l’emozione che è cosa ben diversa. Lo scoutismo è l’esperienza della fede tradotta nella vita di tutti i giorni, è una scuola di senso da dare alla propria vita. L’educazione va vissuta in rete ed è sempre la risposta ad un bisogno reale.

“Voglio trovare un senso a questa sera/ Anche se questa sera un senso non ce l’ha. / Voglio trovare un senso a questa vita/ Anche se questa vita un senso non ce l’ha” (G. Curreri – V. Rossi). Si può dire che i versi della canzone di Vasco Rossi sono stati un po’ il leitmotiv dell’intera serata. Anche a Civitanova Marche esistono situazioni di disagio diffuso, non occorre andare a Palermo al mercato di “Ballarò”, per trovarle. Prova ne sia la storia della giovane romena che voleva lasciare la propria figlia di appena un anno al Commissariato di Polizia di Civitanova Marche per andare ad uccidersi. Il problema grave è che si rimane solo e sempre nel proprio recinto fatto di apparenti sicurezze. Non si ha il coraggio di uscire in strada e di mettersi in rete, come ricordato da un intervento di chi lavora come operatore nel versante delle tossicodipendenze. •

Raimondo Giustozzi

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