Tale concetto è risultato, e risulta tuttora, talmente affascinante che anche la religione si è voluta avvicinare all’alchimia. La perfezione, tradotta in chiave religiosa come l’entità di Dio, va raggiunta attraverso una serie di esperimenti, basandosi sul concetto di unione e divisione di vari elementi. Chiaro esempio viene offerto da Dante Alighieri, che nella Divina Commedia attua un processo tale che il viaggio stesso diviene rito di purificazione. Nel suo pellegrinaggio nei tre regni dell’Oltretomba, Dante discerne il suo animo in tanti sentimenti che egli stesso prova, cosicché lui possa ben comprendere gli “ingredienti” necessari per entrare nel Regno dei Cieli. Basti pensare al famoso “trasumanare”, il cui significato resta qualcosa di criptico. Altro esempio è rappresentato dalle cattedrali gotiche risalenti al XIII secolo, dove la costruzione architettonica è un complesso di elementi posti seguendo un determinato principio e un determinato ordine. La caratteristica principale dello stile gotico, ovvero l’altezza, rappresenta l’uomo che si eleva verso la perfezione, appunto Dio. Tuttavia, l’idea di “unire” e “dividere” al fine di raggiungere la perfezione la si può collocare anche, e specialmente tra i rapporti umani.
Il rapporto tra due persone è basato proprio sull’unione di due anime che condividono la vastità dei problemi quotidiani. E molto spesso questi legami si indeboliscono, magari a causa di qualche litigio o di qualche opinione diversa. Ma è necessario raggiungere la perfezione superando la divisione. Infatti la vittoria sulla divisione diventa qualcosa che giova al rapporto, che, nel frattempo, diventa sempre più forte. Insomma, si potrebbe sostenere che la perfezione la si può raggiungere solo grazie al grande legame che unisce una persona con il prossimo. Legame che comunemente viene chiamato “amore”. E poi, non sarebbe esattamente ciò che ci ha detto di fare Gesù per ottenere la vita eterna? In pratica, l’unione tra uomo e donna è la forma più perfetta che l’essere umano possa mai raggiungere, mirando all’unità nella diversità e valorizzando la ricchezza della diversità che desidera essere unità. E non è un caso che anche nell’alchimia questa idea è continuamente ricorrente. Infatti, la perfezione viene spesso resa attraverso la figura simbolica di un ermafrodita, ovvero un essere dall’aspetto sia maschile, sia femminile. In esso possiamo vedere la vastità di tutta la nostra esistenza in cui siamo chiamati a percorrere solo alcune strade senza dimenticare che ne esistono altre, di medesima dignità e meritevoli di rispetto.•
Arianna Fioretti