Panoramica di Montegiorgio - foto www.marcafermana.it

Tutte le diete… portano a Montegiorgio

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La Dieta Mediterranea nasce dallo Studio dei Sette Paesi da quale è scaturito il concetto della Dieta Mediterranea, come è dettagliatamente riportato nel libro scritto da tre dei protagonisti dello Studio [1].
In sintesi, per quanto riguarda l’Italia, si è avuto questo sviluppo:
1954: Presso l’università di Napoli ha luogo un convegno di studiosi provenienti da Svezia, Inghilterra, Italia, Sud Africa, Stati Uniti d’America e Jugoslavia in cui si conviene che la malattia coronarica deve essere studiata in diverse condizioni ambientali e di vita.
1958: Flaminio Fidanza ed Alfonso Del Vecchio guidano un’indagine pilota per lo Studio dei Sette Paesi a Nicotera ed in Grecia.
La dieta di Nicotera viene individuata come Dieta Mediterranea di riferimento.
Nel 1958 Flaminio Fidanza in collaborazione col Centro per le malattie cardiovascolari di Ancona conduce uno studio epidemiologico a Montegiorgio con un “altissimo” riscontro.
Nello stesso anno, lo Studio dei Sette Paesi, promosso da Angel Keys e dal suo staff, diviene operativo.
1959: In Italia viene creata  una Commissione composta da Flaminio Fidanza da Napoli, Arrigo Poppi da Bologna e Vittorio Puddu da Roma, la quale studiò il finanziamento e selezionò tre aree rurali opposte per dieta e posizione geografica per una ricerca della durata iniziale di sei anni.
Per l’Italia settentrionale fu proposto Crevalcore, che fu studiato perché si riteneva che la sua dieta tradizionale fosse ricca di grassi animali.
Per l’Italia centrale fu proposto Montegiorgio, anche a causa del successo dello Studio Pilota tenuto nel 1958. Montegiorgio fu studiato perché si pensava che la gente seguisse una dieta di tipo  più “mediterraneo” rispetto a Crevalcore.
Per mancanza di fondi e considerati i risultati  degli studi preliminari condotti a Creta, lo studio previsto per Nicotera fu cancellato. [3] Roma rappresentava la controparte del gruppo o coorte statunitense, costituita da lavoratori delle ferrovie con alta mortalità. Comprendeva uomini attivi in quattro tipi di diverse occupazioni implicanti differenti livelli di attività fisica e provenienti da Roma e centri ferroviari del circondario”.
L’Italia quindi, nello Studio dei Sette Paesi, che ha sancito la validazione scientifica della Dieta Mediterranea attraverso rilevamenti sistematici, è stata rappresentata solamente dalle coorti sopra dette come riporta il sito ufficiale dello Studio. [4] .
A Montegiorgio furono esaminati 719 uomini e tra loro furono selezionate 29 famiglie per un esame approfondito sui consumi alimentari.
Gli esami si svolsero dal 1959 al 1991
Le Conclusioni della sezione italiana riguardante la genesi e gli sviluppi dello Studio dei Sette Paesi riferiscono dell’importanza fondamentale degli studi condotti a Crevalcore ed a Montegiorgio per la definizione della “Dieta Mediterranea”.
“La sezione dello Studio dei sette paesi riguardante l’Italia rurale ha rappresentato una pietra miliare nell’epidemiologia cardiovascolare italiana, creando una serie di precedenti. Si è trattato del primo studio epidemiologico vero e proprio condotto su campioni di popolazione nel paese, e ha fornito dati sulla prevalenza, incidenza e mortalità relativi a malattie cardiovascolari sul breve e sul lungo periodo. Per anni questi dati sono stati citati come gli unici esistenti in Italia. Ed esso è lo studio più antico e più lungo in Italia in termini di continuità.
(…)
I dati raccolti tramite la storia alimentare hanno contribuito ampiamente alla definizione della cosiddetta “dieta mediterranea”, e recentemente sono stati i primi ad essere impiegati per definire le abitudini alimentari, diversamente dall’analisi di singoli alimenti o nutrienti, e per lo studio della loro relazione con diverse cause di mortalità e con la mortalità totale”.

In conclusione si può affermare che Crevalcore, Nicotera, Montegiorgio e Roma, in tempi e modi diversi, hanno dato ciascuno il proprio importante contributo allo Studio dei Sette Paesi.
Dai documenti ufficiali risulta in modo inequivocabile che il valore scientifico e nutrizionale della dieta mediterranea è stato provato ed ottenuto solamente attraverso gli esami condotti per un rilevante  periodo di tempo sulla popolazione  di Montegiorgio.
Nelle rilevazioni effettuate a Montegiorgio e Crevalcore, infatti, le differenze tra i due sistemi alimentari si sono mantenute ed al termine degli studi si è rilevato, tra l’altro, che “A Montegiorgio il guadagno nella aspettativa di vita era di 3,1 anni e a Crevalcore di 1,9 anni. È questa una ulteriore caratteristica positiva delle abitudini alimentari della coorte Seven Countries Study di Montegiorgio” [8].
È altrettanto innegabile che il regime alimentare studiato a Montegiorgio era un esempio significativo simile a quello praticato non solo nel fermano o nelle Marche, e che era riconducibile certamente ai consumi ed ai costumi alimentari praticati in tutta l’area mediterranea. •
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[1] D. Kroombut, A Menotti, H. Blackburn e collaboratori: A THE SEVEN COUNTRIES STUDY
A scientific adventure in cardiovascular disease epidemiology. 1994
[2] F. Fidanza – M. Liberati: Le scelte alimentari a Montegiorgio dal 1760 alla Studio dei Sette Paesi. Vedi anche: L.Siliquini, La dieta Mediterranea
[3] D.Kromhout ed altri, cit
[4] www.sevencountriesstudy.com
[5] D.Kromhout ed altri, cit.
[6] Ivi
[7] Ivi
[8] F. Fidanza M. Liberati, Scelte alimentari, cit, pag.113.

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