Panorama di Palermo da Monreale

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I seminaristi di Fermo al convegno missionario di Monreale

Evangelizzazione e unità dei cristiani. Questo era il tema del 61° Convegno missionario nazionale dei seminaristi, tenutosi a Monreale, in Sicilia, dal 27 al 30 aprile scorso.
Oltre a me, e altri tre miei confratelli del Seminario di Fermo, da oltre 60 Diocesi di tutta Italia hanno partecipato i seminaristi. 160 ragazzi in cammino verso il sacerdozio che guidati dal Segretario Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, Padre Ciro Biondi, hanno vissuto questa esperienza di comunione molto grande. Fermento, entusiasmo, fratellanza, è stato il clima che abbiamo respirato. Molti gli incontri e le relazioni, da Padre Ciro a Padre Claudio Monge, missionario da 15 anni in Turchia, passando per il Pastore Fulvio Ferrario, teologo evangelico che ha tenuto una conferenza su Dietrich Bonhoeffer. L’ecumenismo è stata una parte importante in questo convegno. Abbiamo avuto una tavola rotonda con fratelli ministri protestanti Luterani, ortodossi della chiesa Russa, ortodossi di rito cattolico, evangelici. Il problema di una comunione non ancora raggiunta a pieno, con grandi sottolineature ai passi nel cammino ecumenico fatto fino ad oggi, è stato oggetto di di scambio in questa tavola rotonda.
Nel meraviglioso Duomo di Monreale, abbiamo anche pregato una delle sere insieme a questi fratelli. Un momento sobrio ma toccante, in cui davvero tutti siamo stati “un cuor solo e un’anima sola”.
Non sono mancati anche dei laboratori, in cui ci siamo per alcune ore confrontati tra noi seminaristi su temi come l’ascolto, la formazione, il tema del creato,la spiritualità e la missione che animanoi nostri seminari. “La missione è un fuoco, che come ai discepoli di Emmaus, spero arda sempre in voi, dopo aver fatto esperienza di Cristo Risorto”, sono state queste le parole di saluto di Padre Ciro, al termine della messa nella Cappella Palatina, nel Palazzo dei Normanni di Palermo, alla quale abbiamo partecipato come ultimo atto di questa esperienza.
L’esito degli ambiti di lavoro a cui abbiamo attvamente partecipato, sono confluiti in un documento che verrà presentato alla CEI in preparazione dei lavori del Sinodo dei Vescovi di ottobre 2018 su “Giovani, fede e discernimento vocazionale”.
Confrontarsi e condividere esperienze diverse ma così simili e vicine, ha davvero dato a tutti la possibilità di sentirsi uniti nella grande famiglia della Chiesa. Questi giorni hanno fatto rispendere quel volto bello che spesso dimentichiamo di vedere nella nostra Chiesa. Abbiamo raccolto frutti davvero edificanti di comunione. Ci siamo sentiti parte l’uno dell’altro. La bellezza di sentirsi uniti nel cammino che si compie, se pur in posti diversi, se pur in passi diversi, in anni diversi di formazione, nonci ha impedito di aprirci con semplicità tra noi. La forza della pasta che prende volume, sta nel lievito che la fermenta. Noi ci siamo sentiti lievito di una Chiesa che ci accompagna, che è madre e maestra e in cui abbiamo deciso di spendere la nostra vita.Ci siamo sentiti Chiesa viva, luce del Risorto.
I momenti di attività e formazione, sono stati sostenuti dalla preghiera a cui hanno partecipato il Vescovo della Diocesi di Trapani, e il Vescovo di Monreale che ci ha anche accolto nella sua dimora per farci ammirare dalla terrazza della casa dove alloggia, lo splendido panorama notturno di Palermo e Monreale, al termine di una meravigliosa visita serale a porte chiuse del Duomo.
Non sono mancati i momenti di svago, con la visita della città immersa in questi giorni dalla festa del SS. Crocifisso, una delle feste più sentite dalla cittadinanza per il suo valore di fede e la sua portata storica, di ben oltre 300 anni.
Non di meno, abbiamo anche potuto godere delle delizie tipiche del luogo.Certo anche il palato ha bisogno di avere le sue soddisfazioni, e se abbiamo peccato di gola, non potevamo fare altrimenti nella patria dell arancine, della cassata, deidolcetti alla pasta di mandorla.
Abbiamo anche potuto visitare Piana degli Albanesi, una città di seimila anime, in cui hanno vissuto gli albanesi scappati dalla persecuzione ottomana e in cui oggi vivono orgogliosamente i loro discendenti, di fede ortodossa. Tutto mantiene la fedeltà alla tradizione: dai costumi tipici delle feste solenni, alla lingua madre, (vige infatti il bilinguismo), al patrimonio culturale e sociale. Inoltre bisogna citare questa cittadina come la grande e unica patria del cannolo siciliano, di cui ovviamente abbiamo apprezzato il gusto.
Bisogna sottolineare inoltre che tutto il convegno è stato accompagnato dalla figura del beato Padre Paolo Manna, missionario e fondatore dell’Unione missionaria del Clero e dei religiosi, oggi divenuta Pontificia Unione Missionaria.
Questo viaggio è stato un momento di grazia speciale che ci è stata concessa. Ogni viaggio ti dona tempo per conoscere e per conoscerti un po’ meglio. Grazie a chi ha condiviso questo viaggio con me. Grazie ai 160 compagni di tutta Italia che mi hanno donato un piccolo pezzettino della loro vita. Grazie a questa nostra Chiesa che ha braccia sempre aperte e cuore che vive sempre per accogliere e amare. Sono felice di esserci stato. Sono felice di essermi sentito lievito che ha vissuto il fermento di una pasta che ha un profumo di pane straordinario. Il profumo di Cristo che si dona ancora una volta e che insegna a tutti noi a prenderne esempio. Con gratuità e gioia vera. •
Leonardo Bottalico

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