“Famiglia Nuova” suggerisce l’agenda ai nuovi politici che siederanno in parlamento
La Famiglia, società naturale su cui la Carta Costituzionale dice essere fondato lo Stato italiano, appare la cenerentola di tutti i settori di intervento pubblico: economico, sociale, fiscale, ecc..
Nella appena conclusa campagna elettorale, tra tutti i temi proposti, la Famiglia è stata la grande assente. Viene da chiedersi come mai.
Perché essa è assente come valore dal dibattito politico, secondo un atteggiamento che rispecchia la povertà di idee e la cultura della provvisorietà, che rifugge ogni responsabilità e impegno.
Abbiamo letto e ascoltato mirabolanti proposte economiche, ma nessuna affermazione di valori e principi sulla famiglia, sulla persona, nè loro declinazioni operative.
L’impressione è che si sia “volato basso”, sport sempre più di moda oggigiorno.
Cosa può chiedere la famiglia, quella della vita di tutti giorni, del pianerottolo accanto, ai neoeletti politici?
Non chiede solo misure economiche, che somigliano a rivendicazioni sindacali. Chiede il rispetto dei tempi della famiglia e della persona.
nel dialogo politico l’accento delle preoccupazioni è posto sul fine mese, sulla realizzazione di se, sull’anziano di casa, sul malato terminale, sulle gravidanze indesiderate. Manca una autentica cultura della Persona.
A rimetterla al centro, la persona, si recupera la chiave di volta dei diritti umani, del diritto al futuro, all’autorealizzazione, al lavoro, ecc..
Occorre lavorare perché la famiglia dia stabilità, diventi soggetto dell’educazione, in grado di assumersi i propri compiti naturali.
Il rispetto passa anche attraverso la protezione delle giovani generazioni, di tutti noi, da martellanti notizie di cronaca, negative e distruttive.
I social fintamente condannano, di fatto rendono virali immagini shock che finiscono per raggiungere chiunque possegga una connessione internet.
Cosa chiedere alle istituzioni?
Che ci si preoccupi di togliere interferenze ai progetti di vita della famiglia, perché possa essere libera di fare ciò per cui è nata: costruire il futuro.
È vero, questo si scontra – oltre che con il ruolo delle istituzioni – anche con una crisi di adultità che affligge il nostro mondo moderno. Le persone devono essere pronte ad assumersi le responsabilità della propria missione.
Spesso si lamenta la mancanza di tempo. Ma quello che abbiamo, come viene veramente impiegato? Quadretti moderni ci mostrano al ristorante seduti ad un tavolo oppure sulle panchine in centro con la testa china su cellulari.
Soli, pure stando insieme.
Nell’emergenza, i servizi pubblici prendono in carico – come possono – la famiglia, ma nella normale fatica di vivere, chi la sostiene?
Il rischio è che si intensifichino i “deragliamenti”.
La maggior parte sono famiglie normali, ma come mai a volte la famiglia normale diventa “emergenza” e notizia al telegiornale?
Alcuni strumenti normativi, di intervento ci sono. Ma non è sempre garantita parità di accesso a tutti, per difetto di conoscenza o per difficoltà delle procedure per ottenerle.
Comprende bene questa difficoltà chiunque ha preparato le “carte” per richiedere una attestazione ISEE, indispensabile per accedere a quasi tutti i servizi pubblici.
Cosa chiedere quindi, in conclusione ai neoeletti rappresentanti del popolo nelle Istituzioni?
Tanta, tanta semplificazione e canali di colloquio diretto e accessibili a tutti. Rispetto e protezione di un tessuto di relazioni che tiene, pur sempre, ma che ha bisogno di spazi protetti, pubblici e privati, in cui svilupparsi in piena libertà. •
Famiglia Nuova