Civitanova: percorso di educazione per genitori
Le emozioni sono reazioni estemporanee e superficiali che avvicinano o allontanano da una situazione e consentono alla persona di raccontare il proprio mondo interiore. Sono delle forme comunicative ma non durano per sempre, sono solo epidermiche. I sentimenti invece sono delle emozioni intenzionali. Sono cioè dotati di volontarietà e si rivolgono verso qualcuno da cui ci sentiamo attratti o da cui vogliamo allontanarci. Le due relazioni della dott.ssa Stefania Cagliani, psicologa, di venerdì 6 aprile (15,00- 19,00) e di sabato 7 aprile (8,30- 12,30), tenute presso l’auditorium della Scuola Primaria “S. Giovanni Bosco” di Civitanova Marche, hanno aperto il ciclo di incontri di sostegno alla genitorialità promosso dalla Associazione Italiana Genitori (A. Ge) della cittadina adriatica. Barbara Capponi, assessore alla Famiglia e all’Istruzione del comune di Civitanova Marche, patrocinatore dell’evento, ha portato i saluti dell’amministrazione.
Tanti sono i tempi sotto la volta del cielo. C’è un tempo dentro il cui alveo scorre come in un fiume tutta la nostra quotidianità (cronos) e dentro questo tempo ci sono dei momenti di grazia (kairòs) durante i quali è bene fermarsi e riflettere sull’umanità del bambino, ragazzo, adolescente, giovane.
Il bambino è una persona, dotata di un corpo, di una mente, di un cuore e di un’anima. Le quattro parti devono essere viste insieme e non staccate. Occorre fare delle scelte oculate per armonizzare la formazione di queste quattro parti, mai privilegiarne una a danno delle altre.
L’educazione non è una cosa spontanea. Ci si educa alle emozioni, dando un tempo e uno spazio, offrendo un ascolto empatico e lasciarsi quasi pizzicare dalle corde dell’altro, aspettando senza voler risolvere tutto nell’immediato. L’adulto non può educare alle emozioni se non le ha abitate prima lui. È importante avere un atteggiamento empatico con il bambino che cerca sempre nell’adulto un rinforzo positivo, evitando di fare le domande perché è arrabbiato o perché è triste. Non ci sono emozioni positive o negative, alcune sono adeguate al contesto e altre inadeguate alla situazione.
Sin dalla nascita, secondo gli psicologi, l’essere umano è dotato di sei emozioni di base che si attivano sul piano fisiologico e comportamentale: gioia, rabbia, paura, tristezza, sorpresa e disgusto. Le emozioni secondarie si manifestano più tardi quando il bambino entra in relazione con l’altro. Sono l’allegria, la vergogna, l’invidia, l’ansia, la rassegnazione, la gelosia, la speranza, il perdono, la nostalgia, il rimorso, la delusione.
Tutte le emozioni hanno sempre una ragione d’essere. Può succedere che tale ragione sia nascosta, magari neppure del tutto consapevole. È da ricordare comunque che nessuna emozione va repressa, negata, nascosta, soffocata. Tutti dobbiamo regalarci un giorno per riflettere sull’immenso dono della vita, superando tutte le forme dell’egocentrismo di cui il bambino è imbevuto, come d’altronde lo sono gli adulti. Non esiste una madre perfetta ma sufficientemente buona, purché sia presente in una situazione di relazione. Noi non dobbiamo sostituirci al bambino per risolvere le situazioni in cui si manifestano le sue emozioni ma aspettare che sia lui stesso a risolverle, magari con il nostro aiuto.
L’educazione all’affettività è cosa che tocca il cuore. Amare è una scelta, è volontà di stare insieme. L’amore è incondizionato, non è meritocratico. Ogni uomo ha in sé un serbatoio sul quale c’è scritta la parola “amore”. Quando il serbatoio è pieno, tutto scorre bene nella vita e anche le difficoltà possono essere affrontate. Quando questo serbatoio è vuoto, tutto al contrario risulta più difficile. Il serbatoio d’amore deve essere sempre pieno. Il lessico familiare è un linguaggio d’amore e nessuno può riempire da solo questo serbatoio ma tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri. I bambini hanno un serbatoio che deve essere sempre rimboccato d’amore.
Tutti sentiamo il bisogno di amare e di essere amati ma ognuno nell’arte d’amare usa un linguaggio proprio e spesso, pur volendosi bene, le persone hanno bisogno d’amore. Il primo linguaggio dell’amore è il contatto fisico, un bacio, una carezza. Il corpo esprime l’amore. Il secondo linguaggio rimanda alle parole d’incoraggiamento: ti voglio bene, sei speciale, come sei bravo! Non avere paura. Io sono qui con te. Sono molto orgoglioso di te. Se hai bisogno di me, chiamami. Ti ascolto. Sei un bambino bellissimo. E’ bello stare con te. Il terzo linguaggio è il dono di sé all’altro. Il dono è un regalo non meritato. Un quarto linguaggio dell’amore è rappresentato da momenti speciali. Non è importante l’avvenimento in sé ma che si faccia qualcosa insieme. Il quinto linguaggio è rappresentato dai gesti di servizio. Come genitori ci si mette al servizio dei figli e la motivazione per dare amore non è fare ciò che a loro piace ma fare ciò che è meglio.
Non c’è una quantità ma una qualità d’amore. E’ importante scoprire il linguaggio d’amore dei nostri figli, osservando il modo con cui manifestano a noi il loro amore, il modo con cui esprimono il loro amore alle altre persone, ascoltando ciò che richiedono più spesso e di che cosa si lamentano di più, dando sempre una possibilità di scelte tra diverse alternative.
Un’opportunità in più per essere genitori all’altezza del compito educativo è diventare poliglotti, imparare tutti i linguaggi. I bambini devono trovare nell’adulto una persona capace di parlare diversi linguaggi: mettersi in gioco, aprire il cuore, studiare e imparare ad amare per donare amore. Certe ferite, che finiscono nei giovani in drammi, rimandano alla mancanza di gratificazioni non avute. Tutti abbiamo bisogno di conferme e tanto più un bambino, ragazzo, adolescente. L’attaccamento alle persone significative nei primi anni di vita è importante per abitare il mondo da adulti. Un adagio africano dice che per crescere un bambino serve un villaggio che educa. E’ una sfida. Scuola e famiglia, pur in ambiti diversi, devono essere unite per educare alle emozioni, all’affettività e alla sessualità.
È bella l’iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Genitori di Civitanova Marche con la preziosa partnership del Centro Servizi per il volontariato (C.S.V. Marche), Movimento per la Vita, Associazione “Sentinelle del Mattino”, Parrocchia “S. Carlo Borromeo”, I.C. “S. Agostino” di Civitanova Marche. L’avvocato Giovanni Alianiello, presidente dell’A. Ge. Civitanova Marche, è l’infaticabile organizzatore dell’evento. Il ciclo di conferenze proseguirà sabato 21 aprile (ore 8,30 – 12,30), con un laboratorio sulle emozioni guidato dallo psicologo Paolo Scapellato, presso il teatro della parrocchia San Carlo di Civitanova Marche. Il dott. Ezio Aceti, psicologo dell’età evolutiva, formatore e autore di numerosi libri di successo, chiuderà il corso, trattando il tema “Educazione alla sessualità” nei due incontri conclusivi di venerdì 18 (ore 15-19) e sabato 19 maggio 2018 (ore 8.30-12.30). •