L’unione sostenuta dalla stessa fede nel Cristo risorto
La comunione solidale non cancella le differenze; non le riduce neanche a conflitto, piuttosto le orienta a tentativi di nuove forme sostenute da potenzialità utili ad un futuro da creare insieme. L’unità dei cattolici è l’ascolto del popolo. Ogni cristiano diventa popolo di Dio, un popolo dai mille volti.
Non un cristianesimo popolare contrapposto a un altro tecnico e dotto, non una Chiesa dei poveri contrapposta alla Chiesa dei ricchi. Queste visioni divisioniste non sono valide di fronte all’universalità della Chiesa che è comunitaria e vive in luoghi particolari per praticare l’unica fede e l’unico amore.
L’arcivescovo di Milano, il beato Giovan Battista Montini (Paolo VI) promuoveva con gioia opere di pace e di fraternità. C’è a Milano una Unione per i servizi sociali che ha come finalità principale quella di promuovere il senso cristiano del Servizio Sociale alla luce degli insegnamenti del magistero, attraverso lo sviluppo scientifico e lo scambio nella formazione cristiana affinché i credenti partecipassero alla missione ecclesiale con il loro contributo.
L’unione dei cristiani ha la sensibilità etica di voler promuovere una propria testimonianza negli ambienti di studio e di lavoro; appoggia gli sforzi di sviluppo delle istituzioni formative con criteri di eccellenza antropologica ed etica per l’azione sociale, con riferimento alla testimonianza dei valori cristiani.
C‘è spazio per tutti. Papa Francesco nella Pentecoste 2017 ha dichiarato che la Chiesa è unità nella differenza. Al contrario lo spirito di fazione distruggere l’unità; mentre la tentazione di omologazione distrugge le differenze dei molteplici carismi. Il cristianesimo vive l’immagine fugace del tempo, nelle dimensioni delle necessità e della prova del male.
Nel praticare il servizio e il lavoro sociale, i singoli individui si impegnano a partecipare alla vita e alle iniziative per diventare sempre più responsabili della loro opera di promozione di quanto serve all’utilità comune.
Già a tempo di Pio XII, dal dopoguerra si incoraggiavano i cristiani nelle loro varie competenze: gli insegnanti, i ricercatori e gli studenti delle scuole e dei centri specializzati nella formazione affinché potenziassero lo studio e la ricerca per sostenere il benessere necessario alle famiglie nella società.
Più società, meno Stato.
Non serve l’uniformità di fare tutti allo stesso modo, ma serve la libertà creativa nelle diversità. Partecipare significa promuovere, tutelare e sviluppare l’attività delle professioni di aiuto alla persona; promuovere e attuare interventi concreti che richiamino le funzioni di tutela delle persone e delle popolazioni più deboli; facilitarne l’inclusione; lottare contro l’emarginazione e le disuguaglianze; collaborare con le persone, le famiglie, i gruppi, le comunità per migliorare le condizioni di vita; promuovere azioni politiche di tutela e promozione dei diritti umani, in particolare del diritto alla vita. •