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Sentirsi utili al servizio delle comunità

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Il servizio civile nella ripresa delle attività delle parrocchie.

Il servizio civile è la scelta volontaria di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.
La Caritas diocesana di Fermo ha una lunga storia e tradizione di progetti di servizio civile nelle comunità parrocchiali in vari ambiti. Attualmente sono attivi progetti nei seguenti settori:
– l’aiuto e la socializzazione ad anziani, nelle sedi Caritas di Morrovalle, Montecosaro;
– il sostegno a minori attraverso le attività di alcuni oratori della diocesi e in particolare a Morrovalle, nell’oratorio S.Pio X, nel Ricreatorio S. Giorgio, nel Ricreatorio S. Carlo e nella parrocchia S. Anna;
– il sostegno ad adulti in difficoltà nella sede della Caritas diocesana e della Caritas di Civitanova e nell’ associazione il Ponte;
– l’animazione soprattutto verso minori e giovani nelle zone colpite dal terremoto, nelle Caritas parrocchiali di Amandola e Corridonia.
Talvolta proprio per venire incontro alle esigenze dei civilisti alcune attività sono ripartite o sono state rimodulate. I giovani volontari hanno sperimentato l’essere “sentinelle”, hanno cercato di guardare e scoprire i bisogni del territorio e di conseguenza provare a rimodulare i servizi della loro sede, sempre in accordo con i responsabili delle sedi.
Attualmente c’è chi fa compagnia e aiuto nel disbrigo di piccole faccende agli anziani, chi da il supporto nelle attività rivolte ai poveri come la preparazione e distribuzione del pacco alimentare e dei pasti, chi supporta l’insegnamento di italiano per stranieri, chi ha supportato le attività estive organizzate dalle parrocchie per bambini e ragazzi. Attraverso azioni apparentemente semplici, i civilisti sempre coordinati da laici impegnati nelle attività parrocchiali, concorrono a creare e rafforzare la comunità.
In modo quasi unanime i 24 volontari raccontano che è stato bello sentirsi utili e fare qualcosa per gli altri dopo il periodo di lockdown passato a casa. I ragazzi hanno sperimentato la bellezza del sentirsi utili grazie al proprio servizio e questo è stato d’aiuto a loro in prima persona e a tutti quelli che hanno incontrato. •

Marta Andrenacci

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